DOPO UNA CARRIERA RICCA IL REGISTA ITALO-TURCO FERZAN OZPETEK PORTA SULLO SCHERMO UNA SINTESI VERITIERA E COMMOVENTE DI TUTTE LE SUE OPERE PRECEDENTI
Uscirà proprio il 6 marzo l’ultimo lavoro del regista italo turco Ferzan Ozpetek. Allacciate le Cinture arriva nella carriera del cineasta quasi come una sintesi di tutte le precedenti opere, ritroviamo lo scorrere del tempo, l’amore sempre presente, la famiglia e quel concetto di passato, presente e futuro tanto caro al regista. Questa volta è un dramma quello raccontato, la malattia che si specchia in un vetro di quotidianità. Perché alla fine la felicità sta tutta lì, nelle piccole cose, nei gesti che ripetiamo senza alcuna attenzione, in quegli accorgimenti che pur sembrandoci tanto sciocchi riempiono le giornate. Un filo sottilissimo separa la vita e la morte, l’amore ricongiunge i due estremi e li avvicina.
Allacciate le Cinture è vita e come la vita ha le sue turbolenze. Ferzan Ozpetek inizia la sua carriera nel 1997, il debutto cinematografico è con Il bagno turco, film che da subito riscuote consensi non solo dalla critica, ma dal pubblico. Nel 1999 insieme all’amico di una vita Gianni Romoli, che ancora oggi collabora con il regista, presenta il suo secondo lavoro Harem Suare, la tormentata storia d’amore tra la preferita del sultano e il suo eunuco Nadir. Non mancano le gratificazioni nemmeno per questa seconda pellicola che, oltre ad essere presentata al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard , viene in seguito proiettata al London Film Festival e al Toronto International Film Festival. Il 2001 si apre per Ferzan Ozpetek con il film Le fate ignoranti che in poco diviene uno dei titoli più importanti dell’anno, ottenendo 3 globi d’oro e 4 nastri argento. Il film è la prima vera espressione del cinema del regista, i temi trattati torneranno nelle altre opere segnando quelle atmosfere che solo lui riesce a conciliare all’interno delle sue commedie dal retrogusto amaro. Passano solo due anni e la scalata al successo continua con La finestra di fronte che, oltre ad essere un prodotto vincente in Italia e in Europa, arriva a farsi conoscere in America distribuito dalla Sony Pictures Classic. Insieme a Gianni Romoli e Tilde Corsi realizza Cuore sacro che seppur meno apprezzato degli altri ottiene dodici candidature ai David di Donatello, portando a casa la vittoria per la miglior scenografia e il premio per miglior attrice protagonista assegnato a Barbara Bobulova. Nel 2007 arriva Saturno contro e il regista punta su attori emergenti come Luca Argentero e Ambra Angiolini alla sua prima vera esperienza recitativa. Successo di pubblico anche per tale opera che convince per le scelte dei personaggi, il fiuto del regista è in grado di saper ben scegliere gli attori più adatti, pregio che si riscontra in tutti i suoi film. I personaggi sembrano davvero disegnati per gli attori, non c’è mai niente fuori posto e quello che sorprende è la credibilità che viene raggiunta all’interno della narrazione. Nel 2009 finisce la lunga collaborazione con Gianni Romoli e Tilde Corsi affiancandosi alla Fandango di Domenico Procacci.
Sul grande schermo Ferzan porta Un giorno perfetto ripreso dal romanzo di Melania Gaia. Il film, presentato in concorso alla 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, divide la critica riuscendo comunque ad ottenere dei buonissimi risultati al botteghino. Dopo il disastro dell’Aquila dirige il cortometraggio Nonostante tutto è Pasqua che si inserisce in un progetto più ampio che vede altri cineasti raccontare il terremoto che ha sconvolto l’Italia. Nello stesso anno decide di ambientare il suo film fuori Roma e per Mine vaganti sceglierà Lecce, città che lo accoglie a braccia aperte e nel 2010 gli viene infatti conferita la cittadinanza onoraria. Nella carriera del regista certo non mancano i riconoscimenti per le sue opere teatrali, tra queste ricordiamo Aida. Al 2011 risale il suo primo romanzo Rosso Istambul, la storia completamente autobiografica racconta il rapporto tra il regista e la madre. Solo un anno dopo lavora a fianco di Elio Germano scelto come protagonista del suo film Magnifica Presenza che al debutto si piazza al secondo posto dei film più visti. Per la sua ultima pellicola Allacciate le Cinture torna a lavorare con Gianni Romoli e lo fa portando sullo schermo un’opera che già convince la critica lasciando trapelare quel successo di pubblico che il film merita.