LA TERRA E IL VENTO E’ UNA STORIA DI CRISI COME MOLTE GIÀ VISTE
DURATA: 88′
VOTO: 2 su 5
Sebastian Maulucci alla sua prima prova dietro la macchina da presa sceglie di puntare sul tema dei temi: la vita degli italiani in rapporto alla crisi. In La terra e il vento racconta ciò che succede ad una famiglia allargata, dove i due fratellastri Riccardo (Robin Mugnaini) e Leonardo (Lorenzo Richelmy) si ritrovano insieme per decidere cosa fare della tenuta di campagna del padre. Tra problemi di eredità e divergenze sul futuro della proprietà, i due fratelli confrontano le ispirazioni di un tempo con le loro attuali vite, mostrando la malinconia di chi ha seguito le tracce dei genitori nella gestione delle attività terriere familiari, e chi invece ha seguito il vento che lo ha portato a diventare un alpinista di successo.
In una storia che parla di vite, di tempi andati e futuro incerto, Maulucci ha fatto l’errore di soffermarsi troppo sui problemi di cuori e sulle rivalità fraterne piuttosto che sviluppare quello che sembrava il tema portante: la deriva di una società borghese, intrisa di ipocrisia e preoccupata di perdere uno status nel quale galleggia con abilità.
Scontri generazionali, segreti e problemi di famiglia, amori incestuosi e libertini, discorsi filosofici borghesi sulla politica come sul cinema: il film è un miscuglio di stereotipi e di cliché che ormai annoiano a prima vista. Per non parlare poi di uno script che si regge su battute convenzionali che le caratteristiche dei personaggi impongono, e di interpretazioni poco spontanee e per niente credibili, montate con uno stile televisivo che ricorda le peggiori soap opere sudamericane.
De La terra e il vento si salvano solo le bellissime inquadrature del territorio laziale e toscano, e il colore desaturato delle immagini, che cattura l’attenzione e da un tocco particolare alla resa del film. Un vero peccato, perché da un giovane che parla di giovani forse ci aspettavamo un approccio nuovo e energico, ma rimaniamo comunque fiduciosi per una seconda prova.