Mr. Peabody & Sherman: recensione film

DIRETTAMENTE DAGLI ANNI ’60 ARRIVANO SUL GRANDE SCHERMO MR. PEABODY & SHERMAN

Mr. Peabody & ShermanGENERE: animazione

DATA DI USCITA: 13 marzo

DURATA: 92’

VOTO: 3,5 su 5

Il primo viaggio del tempo in Mr. Peabody & Sherman lo fa proprio lo spettatore che, grazie al cartone della DreamWorks, entra nel magico mondo originariamente narrato negli anni ’60 dell’Incredibile storia di Peabody, segmento della serie d’animazione degli anni sessanta The Rocky and Bullwinkle Show.

Mr. Peabody è un cane geniale, inventore, scienziato e vincitore di un Premio Nobel, che un giorno decide di adottare un bambino di nome Sherman, diventando così il primo cane ad aver adottato un essere umano. Grazie alla sua più straordinaria invenzione, una macchina del tempo chiamata tornindietro, i due viaggiano indietro tra diverse epoche riuscendo così a vivere in prima persona alcuni dei più importanti eventi storici e riuscendo così anche ad interagire con famosi personaggi. Quando però Sherman fa usare il tornindietro alla sua compagna di classe Penny trasgredendo alle basilari regole dei viaggi nel tempo, i due dovranno correre ai ripari per evitare gravi sconvolgimenti storici e salvare così il futuro.

Rispolverato e ridisegnato con moderne tecniche e portato sul grande schermo, in un 3D del tutto trascurabile, Mr. Peabody & Sherman è forte di una bellezza che non sta tanto nella sua confusionale narrazione ma nel non aver perso l’originario movente della sua creazione che era, ed è, quello di insegnare ai ragazzi qualcosa che tocca ma va ben oltre la morale. I viaggi nel tempo del tornindietro ripercorrono diversi famosi avvenimenti del passato con ironia diventando, per i più piccoli, vere e proprie divertenti lezioni che umanizzano i grandi personaggi che furono, rendendoli facili da ricordare e da capire. A questo scopo squisitamente pedagogico che l’animazione, tanto televisiva quanto cinematografica, ha purtroppo perso di vista si aggiunge una modernissima critica alla società che va dal bigottismo di una scuola che non accetta il fatto che un bambino abbia un padre sui generis a quello dell’assistente sociale che non sa riconoscere l’affetto che, oltre ogni convenzione, lega Sherman a suo figlio Peabody.

Il tema della diversità raccontata come un plusvalore ma che, nonostante questo, non è ben accetta da una società che è spaventata da tutto ciò che non ritiene normale anche nel fantasioso mondo di Mr. Peabody & Sherman è la morale che la storia di questi due personaggi sottolinea in una battuta proprio del geniale quadrupede: ogni cane dovrebbe possedere un bambino. E, a guardar bene il loro affetto, non si riesce a dargli torto.

 

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