NON BUTTIAMOCI GIÙ, LA REDAZIONE SI CONFRONTA SUL NUOVO LUNGOMETRAGGIO TRATTO DALL’OMONIMO ROMANZO DI NICK HORBY
La simbiosi tra le opere narrative di Nick Hornby e la settima arte sembra non avere fine ed ecco che dopo Alta Fedeltà, 90° minuto, About a Boy e l’italianissimo È nata una star, anche il romanzo dell’autore inglese Non buttiamoci giù è diventato soggetto per un omonimo lungometraggio.
Capodanno. Quattro londinesi si incontrano su un grattacielo con in comune nulla se non la contemporanea voglia di far la finita proprio quando tutto il resto del mondo festeggia un nuovo inizio. Gli aspiranti suicidi sono Martin, ex divo del piccolo schermo rovinato da uno scandalo sessuale; Maureen, madre single sfinita dall’assistenza di un figlio gravemente disabile; J.J., giovane musicista dai sogni infranti e Jess, rampolla di un importante uomo politico incapace di metabolizzare la scomparsa della sorella maggiore. Non riuscendo a compiere l’atto estremo i quattro decidono di provare ad andare avanti l’uno con l’aiuto dell’altro.
La redazione dice la sua su questa, ennesima, trasposizione:
Dal libro al film: la trasposizione di Non buttiamoci giù è aderente all’opera letteraria?
Sandra Martone: il soggetto è lo stesso, quindi sì, il lungometraggio è aderente all’opera di Nick Hornby ma la questione va al di là della mera trama, Hornby è uno scrittore che, molto spesso, usa ritratti di normalissime vite nei suoi libri rendendo speciali i suoi protagonisti grazie alla sua scrittura. Non buttiamoci giù, tra le sue opere, è forse quella con il plot più adatto al grande schermo ma come è spesso accaduto, da About a boy in poi, anche in questo caso la trasposizione cinematografica del suo romanzo perde molto del reale intento dello scrittore. Un inno alla vita e all’altruismo che parte dalla voglia di porre fine alla propria esistenza diventa una commediola priva del sense of humor tipicamente british dello scrittore e di quel velo di commedia noir che ha reso l’opera del narratore anglosassone un piccolo capolavoro letterario.
Valeria Vinzani: sicuramente Non buttiamoci giù riprende il libro di Hornby, in fin dei conti stiamo parlando di un adattamento cinematografico tratto proprio dal suo best-seller. Quel che però purtroppo non riesce a trasparire sul grande schermo è la verve che lo scrittore inglese ci regala nei suoi romanzi, esattamente quel che succede per Daniel Pennac e la saga di Malaussène. Seppur un paragone letterario improprio, passatemi l’esempio per spiegare che il coinvolgimento che il lettore prova con il libro è maggiore a ciò che dona il film. E se per Pennac Il Paradiso degli Orchi è riuscito a convincere anche gli amanti del libro, così è successo per Hornby e About a boy. Una tantum qualcuno ce la fa, viene da pensare.
Nel romanzo di Nick Hornby la caratterizzazione dei personaggi è tutto. Come sono stati sviluppati i quattro protagonisti nel lungometraggio?
S.M.: i protagonisti del film ricalcano, grossomodo, i tratti fondamentali che Hornby descrive nel suo romanzo ma, come lui stesso ha ammesso, sono troppo belli – fisicamente e non – per essere gli stessi personaggi della versione letteraria di Non buttiamoci giù. Tra i quattro scampati suicidi quella che è più distante dalla scrittura originaria è Maureen, la madre single con il figlio disabile, interpretata da una bravissima Toni Colette ma descritta, nel lungometraggio, in maniera troppo melodrammatica rispetto alla realtà squisitamente narrativa dove è l’ironia, seppur malinconica, a farla da padrona.
V.V.: gli attori che portano in scena i personaggi di Non buttiamoci giù lo fanno grandemente, non a caso sono attori affermati e giovani promettenti. Si destreggiano bene tra la drammaticità della tematica e delle situazioni e l’ironia pungente che li caratterizza nei tratti del libro, ma non riescono a trasmettere quella freschezza, quella spontaneità che ci ha fatto innamorare di loro.
Lo consiglieresti?
S.M.: lo consiglio a chi non ha letto il libro perché, in ogni caso, tolto il confronto con l’opera letteraria, Non buttiamoci giù è una buona commedia corale anche se distante anni luce dall’Hornby pensiero.
V.V.: si lo consiglio comunque sia a chi del libro non conosce che il nome, sia agli amanti del romanzo. Perchè sebbene deludente rispetto alla vivacità letteraria, rimane un buon film con un buon cast che nella marea di film in uscita riesce in ogni caso a spiccare, regalando risate e divertimento intelligente.