LA GUERRA RACCONTATA COME UN FERMO IMMAGINE NELLA FOTOGRAFIA DI DUE OCCHI CHE RIFLETTONO LA MORTE
La memoria di un ricordo. Solo il ricordo di un ricordo. Due occhi. Fissi e stampati nella mente come una fotografia. Una diapositiva per non dimenticare. Un viaggio, Israele e qualche stella cucita su giacche verdi per ricordarsi di essere eroi. Soldati e morti in Patria. La vendetta, l’amore, la guerra, il ricordo, tutto racchiuso in due occhi freddi che sbiadiscono e restano fissi nella mente di chi li ha incrociati. Paradise Cruise scorre come un album di ricordi.
Tramite gli occhi dei soldati il regista Matan Guggenheim racconta la guerra e lo fa con l’espressione di chi ha toccato con mano, di chi ne è stato il portavoce e il braccio fedele. Dora decide di tornare in Israele , una jeep e una macchina fotografica sono i suoi unici compagni. Viaggia per cercare se stessa e quello che ha perso. Ricorda solo gli occhi di quell’uomo che fu testimone di vita e di morte. Li ricerca con disperazione fotografando ogni soldato, immortalandogli il viso e cercando di non far svanire un ricordo che lentamente si affievolisce . La sua vendetta, quella decisa da tempo, vacilla con l’arrivo di Yossi, un ex militare ribelle e misterioso. I due si innamorano stringendo il patto di non parlare mai del loro passato.
Ma il passato torna e sconvolge ogni cosa, l’odore di morte riporta alla memoria vecchie ferite e il viaggio continua come una rincorsa tra i due. La verità riemerge da quegli occhi fermi in una fotografia. Paradise Cruise è una lunga poesia, dura ad ogni verso e ammaliante ad ogni pausa. Gli spazi bianchi sono riempiti dall’amore che arriva nel vuoto della guerra. Il film, ben costruito e con una solida storia alle spalle, porta sullo schermo un tema terribilmente attuale, la guerra tra Israele e Palestina, i due estremi poli di un universo tanto piccolo che in questo caso si toccano e si allontanano senza lasciarsi del tutto. La guerra sgretola le pareti come un fiume in piena e la morte lascia gli occhi su foto di eroi e bandiere che coprono le bare.
Paradise Cruise è un estrema danza tra morte e vita, dove l’amore veste i corpi di luce e gli occhi brillano al sole. Una guerra di tutti che non risparmia nessuno. Con sguardo reale e freddo , a tratti disarmante, Matan Guggenheim racconta la morte con una storia che tocca l’anima in ogni punto. Un ricordo è solo la memoria di un ricordo. Uno sguardo come quello non si può dimenticare.