RIFF 2014 – Un intellettuale di borgata: recensione documentario

LE PAROLE DI PASOLINI E LE SUE ANCORA ATTUALI SENTENZE DEL DOCUMENTARIO UN INTELLETTUALE DI BORGATA

Sul Corriere della Sera del 14 novembre 1974 uscì un articolo di Pier Paolo Pasolini dal titolo Cos’è questo golpe, io so? domanda retorica la cui risposta viene data riga dopo riga all’interno di quella prosa profumata di poesia nata dalla penna dell’intellettuale, scrittore e regista.

Come sottolinea il titolo del documentario di Enzo De Camillis Pier Paolo Pasolini è sempre stato Un intellettuale di borgata e la stessa sua vita e morte l’hanno dimostrato insieme alle sue opere e ai suoi film che, a detta di Maurizio Ponzi, riscrissero la grammatica stessa del cinema.

De Camillis usa immagini di repertorio ed eccellenti pensieri di personaggi del calibro di Stefano Rodotà, Ugo Gregoretti, Pupi Avati, Gianni Bornia, Citto Maselli per ripercorrere molte delle fasi del, ancora moderno e disarmante, Pasolini pensiero dando vita con il suo documentario non tanto a un lavoro mirato ad idolatrare l’uomo quanto a una ennesima conferma visiva della lungimiranza geniale dell’intellettuale del quale ogni frase ancora oggi è contemporanea sentenza.

Partendo da Ragazzi di vita fino ad arrivare alle dichiarazioni sul potere mediatico, che all’epoca erano solo agli albori delle loro potenzialità, passando per una storica intervista che Enzo Biagi fece a Pier Paolo Pasolini, Un intellettuale di borgata regala un riassunto delle migliori parole dello scrittore tra le quali spicca il testo integrale, recitato in maniera eccelsa da Leo Gullotta, del su citato articolo.

“Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.” Lui sapeva, già 40 anni fa, ed è ancora un piacere starlo ad ascoltare. Dargli, ancora, ragione.

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