RIFF 2014 – Romagna nostra, le mafie sbarcano in riviera: recensione documentario

LA VERITÀ SULLE MAFIE DEL NORD NEL DOCUMENTARIO ROMAGNA NOSTRA, LE MAFIE SBARCANO IN RIVIERA SCRITTO DAI RAGAZZI DEL GAP

In tempi non sospetti e con continue sottolineature e conseguenti attacchi da parte dei leghisti, Roberto Saviano ha detto una delle verità meno accettate dalla parte alta del nostro stivale: le mafie non sono solo cosa del sud sono cosa nostra, cosa dell’Italia intera.

A dare conferma di questa ovvia verità arriva un documentario dal lapalissiano titolo: Romagna mia, le mafie sbarcano in riviera scritto dai ragazzi del GAP Gruppo Antimafia Pio La Torre di Rimini. La violenza è al centro del docufilm che mira, una volta per tutte, a dire la verità sulla mafia in quel della Riviera che non è di certo meno asfissiante e pericolosa da quella più conosciuta e accettata del meridione.

C’è un termine che viene usato molto spesso per parlare della mafia nordista e differenziarla, e rendendola ancora una volta cosa di giù: infiltrazione. Quello che fa il regista Francesco Ceccoli con Romagna mia, le mafie sbarcano in riviera è mostrare quel che accade a Rimini, Ravenna e San Marino, e dimostrare che le organizzazioni mafiose non sono infiltrate ma sono nate in quei luoghi inserendosi nel circuito economico di quelle zone grazie ai business apparentemente legali del turismo e dell’edilizia e ai rapporti finanziari con la Repubblica del Titano.

Il lavoro del cineasta si avvale di contenuti di rilievo come l’intervista al gip di Palermo Piergiorgio Morosini (cattolichino di nascita, ha rinviato a giudizio gli imputati del processo sulla Trattativa Stato-mafia) e all’avvocato e autore del libro San Marino S.p.a. Davide Grassi che racconta come e attraverso quali canali – droga, gioco d’azzardo, riciclaggio – le associazioni mafiose si siano radicate in territori considerati immuni a tali, criminali, fenomeni.

Numerose sono le vittime di estorsioni, aggressioni e intimidazione e questo è ben descritto in Romagna nostra, le mafie sbarcano in riviera attraverso una serie di testimonianze e di ricostruzioni nonché cronache di giornali, processi, interviste a magistrati, giornalisti e avvocati che da tempo si occupano delle vicende.

I luoghi del crimine vengono immortalati in questa importantissima opera che palesa la realtà delle cose e spezza il comodo silenzio, nettare della criminalità: l’omertà.

 

 

 

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