This is Martin Bonner: missing in Italy

THIS IS MARTIN BONNER, LA RICERCA DI UN UOMO SCONFITTO DALLA VITA

this is martin bonner locandinaGENERE: drammatico

DURATA: 83′

VOTO: 4 su 5

La vita, il destino, il corso inesorabilmente veloce degli eventi.  L’esistenza di due uomini che si incrocia per caso, un legame che poteva nascere ma che non era scritto nascesse mai. Due solitudini, quella di Martin e quella di Travis, entrambe adulte e maturate singolarmente, che decidono di aver passato troppo tempo sole ad aspettare il tempo, galleggiando nel mare della vita che sa essere molto duro con chi non sa nuotare. Cosi insieme, mano nella mano, passo dopo passo, riprendono le redini del famoso corso degli eventi, quello personale, quello che ogni individuo può scegliere per sé stesso.

This is Martin Bonner è un film di Chad Hartigan, che per la sua opera cinematografica ha scelto di minimizzare i dettagli di contorno, di scarnire la sceneggiatura all’essenziale, di limitare il superfluo e dedicare l’attenzione al vero flusso vitale, quello che a volte è fatto di poche parole e di pochi fatti. Perché la realtà è fatta di tempo, di istanti e situazioni significativi o meno.

Martin (Paul Enhoorn) e Travis (Richmond Arquette) si incontrano in una struttura cattolica di riabilitazione dei carcerati, dei quali Travis fa parte. Il loro incontro si inscrive in quei detti secondo i quali “tra simili ci si riconosce“: entrambi sono sopravvissuti, entrambi vogliono vivere. Sebbene caratterialmente molto diversi, oltre ad un peso sul cuore, ad unirli è anche un rapporto con i rispettivi figli da riconquistare, che gli permetterà di aprirsi totalmente tra loro proprio come forse non hanno mai fatto con nessun altro nell’arco di tempo dell’esistenza, mettendo in gioco emozioni e denudandosi completamente.

This is Martin Bonner è un film toccante, un film che rivela la difficoltà che si crea nel momento in cui subentra l’incomunicabilità, il mostrare sé stessi ad un mondo troppo precoce nel dare giudizi piuttosto che comprendere. Hartigan tratteggia la complessità del dolore umano non attraverso le parole, ma grazie ai due attori protagonisti, che senza sentimentalismi nè pietismi ci raccontano un male universale: l’incomprensione della quotidianità nel momento in cui non riusciamo ad esprimerci. Il film è un poetico e delicato inno alla vita, alla redenzione umana, e alla riscoperta di quei valori perduti per strada. Perché nella vita, non è mai troppo tardi.

 

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