DANIELE URCIUOLO CI RACCONTA LE ORIGINI E ALCUNI RETROSCENA DEL PRIMO CORTOMETRAGGIO DA LUI PRODOTTO
Quante direzioni può prendere una goccia d’acqua? Quante direzioni può prendere un granello di polvere? E quante direzioni può prendere la nostra vita? Partendo da queste domande, Yet, the best universe ever vuole raccontare i mille universi possibili che scorrono accanto alle nostre vite, disegnando un omaggio ironico nei confronti degli infiniti mondi rappresentati dal cinema e dall’arte.
Perchè, alla fine, la nostra personale storia, il nostro personale universo, può essere, nonostante tutto, davvero il migliore degli universi possibili. Ci troviamo a Los Angeles oggi, ma attraverso la rete raggiungiamo una casa romana e cominciamo a parlare con un amico di Film 4 Life, con cui sta collaborando parallelamente, ovvero Daniele Urciuolo.
Produttore in erba, potremmo dire, un ragazzo che attraverso la sua Alfiere Productions, insieme al regista Edoardo Palma, del cortometraggio in questione, opera “prima” in lingua inglese che è stata selezionata al Catania Film Festival e al Future Film Festival di Bologna, entrambi si terranno ad Aprile 2014. Un investimento per realizzare un progetto esportabile all’estero che esalti il nostro talento e la qualità del made in Italy in tutto il Mondo, come per la produzione di Rallenty, corto scritto da me stesso, che redigo quest’intervista.
Daniele ci spiega che per YET, durante le riprese, i protagonisti (Elio D’Alessandro e Celeste Gugliandolo) hanno dovuto effettuare circa sette cambi di costume, omaggiando alcuni film cult come Pulp Fiction, E.T., Ritorno al Futuro, Star Wars, grazie all’abilità del costumista Fabrizio Ferrini e dei make-up artists Federica Di Perna e Fabio Felici.
Parlaci delle origini di YET?
Perché ho scelto questo copione per iniziare la mia avventura produttiva? Perché si tratta di un divertissement, e oggi il Cinema deve tornare ad essere un mezzo per farci sorridere, e per farci tornare a sognare, i sogni sono sentieri che conducono alla conoscenza di noi stessi. La conoscenza di noi stessi è il sentiero che porta alla nostra realizzazione personale. Quindi io sono un sognatore e credo nella “grande bellezza” del cinema.
Come vedi il cinema italiano di oggi?
Dopo la vittoria dell’oscar di Sorrentino sono fiducioso per il futuro dell’industria cinematografica italiana, anche se credo che dovremmo sempre puntare a progetti – che siano in italiano o in inglese – purché siano esportabili, per tutti, come hanno fatto recentemente film come La grande bellezza e Il capitale umano. Ora lo stesso percorso, in tono adeguato, lo vorrei augurare al “migliore degli universi possibili”…YET, appunto.