CASA NOSTRA, UN DOCUMENTARIO CHE APPROFONDISCE UN IMPORTANTE TEMA SOCIALE
Casa, le quattro mura che ci proteggono fin dalla nascita. Casa è il luogo dove ci si nasconde dal mondo, e che a volte è anche il posto dal quale vogliamo scappare. A seconda delle situazioni che la vita ci propone di giorno in giorno, la casa è l’unico posto dove ci sentiamo davvero al riparo da tutto. In un tempo che scorre tra incertezze sentimentali, instabilità sociale e crisi economica, la casa è il nido che racchiude le poche sicurezze che abbiamo. E proprio nell’attualità precaria che stiamo vivendo questi anni in Italia, l’emergenza abitativa è uno dei temi centrali di cui si dovrebbero preoccupare le politiche sociali. Ogni famiglia ha diritto ad una casa, perché una casa propria vuol dire futuro, un punto di partenza dove crescere nuove generazioni ed imparare loro a camminare nel mondo.
Casa nostra, il documentario di Livia Parisi e Lucilla Castellano, “è la storia di una lotta politica, basata su principi come condivisione, uguaglianza, solidarietà e partecipazione. E’ anche la storia di un esperimento sociale basato sulla multietnicità. Ed è, infine, la storia di singoli occupanti, che abbiamo seguito passo dopo passo, nelle loro gioie e nei loro problemi quotidiani” dice Livia Parisi, che ha seguito per due anni l’occupazione di una scuola abbandonata da parte di anziani, famiglie, giovani e immigrati.
Casa nostra è la storia di una società che lascia i suoi cittadini più deboli indifesi, senza neanche il diritto ad un’abitazione reso legittimo dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Il film è anche un inno alla multietnicità, alla condivisione e all’integrazione tra culture diverse ma anche varie generazioni di individui che la vita ha spiacevolmente accomunato in questa tragedia. Telecamera in spalla, Livia Parisi si è così intrufolata in questo progetto anticonvenzionale e rivoluzionario di chi ha aspettato che la politica potesse aiutare i suoi cittadini, e che alla fine si è presa con la forza quel che è un loro diritto nel pieno rispetto della legge. I protagonisti del documentario sono infatti persone qualunque che hanno deciso di occupare una struttura scolastica da tempo abbandonata e in degrado, rendendo le aule appartamenti abitati che con i loro soldi hanno reso ambienti confortevoli.
Affascinata dal fatto di cronaca sentito in un servizio video, Livia Parisi è andata di persona a documentare cosa succedeva alla scuola Hertz di via Tuscolana, Roma. In concorso al Bifest 2014 – Bari International film fest, il valore sociale e attuale del lungometraggio pone quindi di nuovo al centro dell’attenzione un problema sottovalutato e che continua a passare inosservato, ma che dovrebbe essere premura di tutti risolvere, politica in primis.