Nessuno mi pettina bene come il vento: intervista al regista Peter Del Monte

“LA FRASE DI ALDA MERINI, NESSUNO MI PETTINA BENE COME IL VENTO, RAPPRESENTA L’ESPOSIZIONE A UNA FORZA PRIMARIA”

A sette anni dal suo ultimo lavoro, Nelle sue mani, il cineasta Peter Del Monte torna sul grande schermo con la sua ultima fatica il cui titolo riprende un verso di Alda Merini: Nessuno mi pettina bene come in vento:

Come mai è passato tanto tempo dal tuo ultimo film?

Non è una scelta volontaria, non mi danno i soldi. Un regista come me ai margini del mercato riesce ad ottenere i soldi soltanto dai finanziamenti statali e in parte dalla Rai. Questo film è stato concepito 4 o 5 anni fa ma la commissione che decide di assegnare i finanziamenti, formata anche da incompetenti, solo dopo ha scelto di darmi il minimo sindacale.

Perchè hai utilizzato l’aforisma di Alda Merini come titolo?

Una volta una mia amica per commentare un fatto mi ha mandato questo aforisma e ho pensato che avrebbe funzionato per il film. Rappresenta l’esposizione a forza primaria, il vento, con atteggiamento di abbandono verso la vita.

Nel film hai messo a confronto adulti e adolescenti feriti. Come mai?

Io vivo a Santa Marinella, paese di mare. C’è una piazzetta dove i ragazzi vengono e mi disturbano. C’era questa emotività omicida in me frenata da mia figlia che li guardava affascinata. Da lì ho cercato io un’occasione di crescita alla mia età e ho cambiato sesso e ho concepito il personaggio della scrittrice.

Perché hai scelto Laura come protagonista?

Dovendo pensare a una donna intellettuale tra le poche italiane credibili c’era lei. Suggerisce il bisogno di controllo sulla vita e al tempo stesso un suo disordine e una zona d’ombra che la mette a disagio.

 

 

 

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