ORPHAN BLACK, TORNA CON SUCCESSO LA SERIE LOW BUDGET IN UN’AGGUERRITA GUERRA DI CLONI
Chi, abituato a grandi effetti e immense pubblicità che accompagnano una serie televisiva, si è perso nella scorsa stagione televisiva Orphan Black è ora che recuperi, e anche presto.
Prodotta con un budget ridottissimo la prima puntata della seconda season dello sci-fi Bbc ha finalmente raccolto i frutti della splendida interpretazione della sua protagonista assoluta Tatiana Maslany che si divide letteralmente in sette per questo show che ha una trama sempre e comunque proiettata in avanti, che non torna mai sui suoi passi, che stupisce ad ogni passaggio e che è lontano – per ora – dal mainstream e quindi accattivante e coraggiosa.
Inizialmente snobbato perché ritenuto una copia del poco fortunato Ringer, Orphan Black è stato tanto spinto dalla critica da avere una seconda possibilità sulla rete che con la prima puntata della seconda stagione – andata in onda in America lo scorso 19 aprile – ha raddoppiato la media dei suoi spettatori.
L’eccentricità della trama e dei suoi personaggi fanno del telefilm made in Bbc una perla che unisce la fantascienza al drama, condendo il tutto con una buona dose di thriller in una storia che vede al centro della narrazione Sarah, una ragazza orfana e completamente allo sbando, che ruba l’identità di una donna identica a lei per poi scoprire di essere uno dei tanti cloni di un esperimento e che qualcuno sta cercando di ucciderli tutti.
La Maslany interpreta col suo volto diverse donne tutte stereotipate e caratterizzate in maniera eccelsa: Sarah la ragazza sbagliata, Allison la soccer mum, Cosima la scienziata eccentrica e Helena l’instabile ognuna di loro, pur avendo il volto della medesima attrice, hanno movimenti e espressioni completamente diversi.
Anche i personaggi secondari del telefilm, sebbene comunque di base legati a stereotipi non sconosciuti al mondo seriale, hanno una marcia in più rispetto ai soliti noti, una sfumatura che li rende unici e ingranaggi fondamentali della narrazione: un esempio su tutti è Felix, l’amico omosessuale e sopra le righe della protagonista, che ha un legame profondo con Sarah e non è una mera spalla ma in più occasioni si ritrova a essere suo complice se non addirittura coprotagonista.
In Orphan Black il ruolo di buono o cattivo di ogni personaggio è perennemente messo in discussione perché chiunque è sotto scacco della perfetta narrazione che la serie mette in scena e del suo dinamismo.