DAL SET CON ANNE HATHAWAY E UNA MERAVIGLIOSA MERYL STREEP UN PIATTO PER MODELLE…O FORSE NO
Dopo Sex and the City, per tutte le donne, un impiego di qualsiasi tipo presso una rivista di moda era un sogno.
Il Diavolo veste Prada (2006) è riuscito a trasformarlo in un vero e proprio incubo in pochissimo tempo! La giovane Andy (Anne Hathaway), semplice e umilissima ragazza, dopo la laurea ad Harvard arriva a New York e riesce a ottenere un lavoro presso il fashion magazine più famoso del mondo Runway. Assolutamente disinteressata dal mondo della moda, Andy non si rende conto dell’importanza del ruolo che le è stato assegnato.
Quella che per lei era solo un’esperienza per arricchire il curriculum, si rivela ben presto un lavoro da incubo, in un mondo ossessionato dalla perfezione ma soprattutto dominato dalla spietata direttrice del giornale Miranda Priestly ( la sempre perfetta Meryl Streep). Tra colleghe acide ( tra cui spicca Emily Blunt), vestiti Chanel e guerre ai carboidrati, Andy riuscirà a imporsi all’interno della redazione, ottenendo il rispetto del suo capo e dei suoi colleghi. I sacrifici però, saranno molti e tutti a discapito della sua vita privata.
Aldilà dei magnifici outfit che indossa la splendida Anne Hathaway e dell’assoluta e magistrale interpretazione di Meryl Streep, Il Diavolo veste Prada è uno di quei film che non si può semplicemente sminuire a “commedia” o chick lit. La storia infatti, va aldilà dell’aspetto comico e glamour e mostra quanto spietato e competitivo sia il mondo della moda ma soprattutto il mondo dell’editoria. Miranda Priestly con un solo sguardo riesce a decretare il successo e l’insuccesso di una collezione e riesce a trasformare la umilissima Andy, da stagista con maglioncini acrilici a icona di stile, compromettendo però la sua personalità.
La spietata direttrice di Runway non mostra segni di umanità: il suo umore è continuamente variabile così come il suo immenso guardaroba. Solo la semplicità della sua nuova assistente scioglierà, anche se in maniera impercettibile, il suo cuore di pietra. Per ripararsi dal gelo dello sguardo di Miranda, ho deciso di proporre la zuppa di mais che proprio Andy mangia il primo giorno di lavoro alla mensa. Una zuppa delicata e buonissima….ma ricca di carboidrati e calorie! Errore fatale se vuoi entrare in un abito Valentino….
LA ZUPPA DELLA “BELLEZZA INTERIORE”
(Per 2 persone)
– 2 pannocchie di mais cotte al vapore
– mezza cipolla o un porro
– 1 carota
– mezzo litro di brodo vegetale
– sale
– peperoncino
– erba cipollina
– crostini dorati per guarnizione
PREPARAZIONE:
Tagliate le pannocchie, precedentemente cotte al vapore, nel senso della lunghezza, o sgranatele a mano.
In una pentola fate bollire il brodo.
Tritate il porro e la carota e mettete a soffriggere per qualche minuto in un’altra pentola dai bordi alti. Versate successivamente il mais e lasciatelo insaporire per circa 6 minuti con il soffritto, aggiustando di sale e peperoncino a piacere.
Versate il mezzo litro di brodo e fate cuocere tutto per 35 minuti abbondanti.
Una volta ultimata la cottura passate il tutto con un frullatore a immersione, fino a ottenere una crema densa.
Riscaldate altri due minuti e servite il piatto caldo con un filo d’olio a crudo, una spolverata di erba cipollina e dei crostini dorati per accompagnamento.
SUGGERIMENTI:
– Se volete renderla ancora più cremosa potete aggiungere una patata durante la cottura, tagliata a cubetti.
– Oltre ai crostini dorati potete anche accompagnare questa calda zuppa con una focaccia. Meglio ancora se vi è avanzata dal giorno prima: un modo gustoso per ammorbidirla e non doverla gettare via!
– Il fantastico assistente di Miranda, Nigel (interpretato da Stanley Tucci) prende a cuore la situazione della giovane e proprio lui alla mensa le farà notare come l’ingrediente principale della zuppa di mais sia la cellulite. Ora, amiche mie, non vi spaventate. Se la mangiate una volta ogni tanto non succede niente. E anzi, ricordiamoci che l’ingrediente principale dell’ESSERE DONNA è la CELLULITE! Con o senza minestra di mais…ahimè.
Aldilà dello stress emotivo a cui è sottoposta però, la protagonista del film imparerà un sacco di cose da questa esperienza: in primis a scrivere correttamente GABBANA e inoltre ad acquisire un certo senso dello stile e della femminilità che, nei giusti limiti, è sempre importante per una donna.
Ho parlato solo ad un pubblico femminile ma sono convinta che anche un maschietto potrebbe benissimo apprezzare questo film, se non altro per la bellezza e la bravura delle attrici.
Quindi non mi resta che augurarvi una buona visione e tranquillizzarvi sul fatto che i CARBOIDRATI non sono nemici da sconfiggere, anzi! Andy è la dimostrazione di come una taglia 42, divoratrice di pasta, possa partecipare alla settimana della moda parigina tanto quanto Gisele Bundchen (che qua recita anche in un piccolo cameo).