Cannes 67 – The search: intervista a Michel Hazanavicius

“COME PER TUTTE LE GUERRE DEL MONDO QUELLO CHE MI HA COLPITO DELLA GUERRA DI CECENIA È L’INDEFFERENZA CHE ABBIAMO PER QUESTE TRAGEDIE”

Quattro destini paralleli sullo sfondo della guerra in Cecenia del 1999 si incrociano in The Search, ultimo lavoro di Michel Haznavicius che dopo tre anni e forte del Premio Oscar per The Artist torna al Festival di Cannes:

Michel, cosa l’ha spinta a voler realizzare un film su questo argomento?

Il progetto è nato nello stesso periodo di The Artist, ma all’epoca ho optato per questo film in bianco e nero, e grazie all’attenzione internazionale che mi ha regalato, sono riuscito a finire The Search. Cinema completamente diverso ma ciò che mi interessa sempre è regalare emozioni. Quindi anche se questo film è più politico, le mie intenzioni restano sempre uguali. Ho scelto questa storia e questo scenario, perché il cinema non si era ancora interessato direttamente alla guerra in Cecenia.

Che idea si è fatto della guerra in Cecenia?

Come per tutte le guerre nel mondo, la cosa che più mi colpisce è l’indifferenza che abbiamo per tali tragedie. In partenza avrei dovuto girare un documentario sui genocidi in Rwanda, ma poi non se n’è fatto più nulla, per mancanza di fondi, che poi sono arrivati grazie agli incassi di The Artist. A quel punto avevo già però intrapreso una nuova strada.

Il film si ispira alla pellicola omonima del 1948, di Fred Zinnemann e non tanto ad altri titoli sull’argomento, più risonanti, come Germania anno zero o Giochi proibiti. Perché?

Ho conosciuto il film non molto tempo prima di prendere in considerazione questo soggetto. L’ho trovato subito giusto per la mia idea di base, soprattutto nelle parti più documentaristiche, come la voce fuori campo, la musica. Un melodramma che ho preso come punto di riferimento, ma su cui ho lavorato molto liberamente nell’adattazione. Altre fonti di ispirazioni importanti per me sono state Full Metal Jacket e il romanzo di Primo Levi Se questo è un uomo.

Quanto dipende la riuscita di questo progetto dal successo avuto con The Artist?

Solo grazie a The Artist ho potuto procedere. All’inizio pensavo di fare un piccolo film, ma il successo del mio precedente film, ha cambiato le carte in tavola. Per ammortizzare i costi ho girato anche tra la Bulgaria, il Caucaso e la Romania e ciò mi ha permesso di finire in 14 settimane di riprese e sei mesi di preparazione.

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