“PROGETTI PER IL FUTURO? INTERPRETARE UN UOMO”
Tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato è la moralità di Sandra, protagonista del nuovo film dei fratelli Dardenne interpretata da una splendida Marion Cotillard, a essere al centro di Deux jours, une nuit.
In un vestitino a fiori che sottolinea la primavera della sua carriera la bella attrice sfugge all’occhio indiscreto della telecamera e anche di chi le parla mostrando una timidezza che non si addice al suo ruolo ma che la rende, se possibile, ancora più irresistibile.
Negli ultimi anni, ha spesso interpretato personaggi che hanno subito una perdita, come mai questa scelta?
Amo i caratteri complessi, che scoprono di se stessi lati prima ignoti, ed è quello che mi interessa della condizione umana. Sono molto toccata dalle persone che fronteggiano la vita nonostante situazioni difficili, imparo moltissimo io stessa esplorando la loro anima.
Come è stato vestire i panni di Sandra, questa donna della banlieue parigina?
Il processo di trasformazione nel personaggio non riguarda esclusivamente me, ma anche tutti gli altri comparti del progetto. In questo modo scopri un altro essere umano e ti fai coinvolgere al punto da intraprendere un viaggio. Io non seguo un metodo predefinito, non so mai prima quali saranno le tappe per sviluppare la personalità della donna che dovrò interpretare. Amo proprio l’indagine nel profondo della persona: quando conosci a pieno l’interiorità, l’esteriorità dei gesti arriva naturalmente. Amo essere più lontana possibile dal personaggio per dover compiere l’intero arco del percorso.
E i Dardenne? Come è stato lavorare con loro?
Ho sempre desiderato farlo, è stato il mio sogno imbarcarmi in un’avventura con loro. Quello che mi tocca dei loro film come spettatrice – li ho visti tutti e li ho amati, il mio preferito è Il figlio – è l’emozione intensa e reale, fisica, che provi guardandoli. Fanno cinema per il pubblico, fin dalle prime immagini sono capaci di farti vivere qualcosa di eccezionale. Si è parlato di prove, la sensazione è che ci sia dell’improvvisazione per quanto concerne il personaggio di Sandra. Occorre tantissimo lavoro perché si avverta un sentimento di naturalezza, di verità profonda, d’improvvisazione quasi. Nel film in realtà non c’è nulla di improvvisato, e solo con una grandissima ricerca si può arrivare a rendere questa impressione che conferma, poi, che si è fatta la cosa giusta.
Che ruolo desidererebbe interpretare in futuro?
Sono affascinata dall’idea di interpretare un uomo, perché mi sembra impossibile e questo mi mette in discussione.