Due giorni, una notte: recensione film

I FRATELLI DARDENNE CON DUE GIORNI, UNA NOTTE MOSTRANO LE CONSEGUENZE DELLA PRECARIETÀ

due giorni una notte_locandina_filmforlifeGENERE: drammatico

DATA DI USCITA: 13 novembre

DURATA: 95’

VOTO: 4 su 5

Il lavoro che dovrebbe essere vita nell’Europa di oggi è quasi una malattia e come tale attorno a questa parola, che è troppo spesso sostantivo dal significato astratto e non più anche verbo/azione, è la paura la sensazione che ha la meglio: la paura di perderlo, la paura che non basti per arrivare a fine mese, la paura di non trovarlo.

I fratelli Dardenne con la sensibilità che da sempre contraddistingue la loro produzione cinematografica nel nuovo lavoro Due giorni, una notte affrontano con una story line originale e feroce palesano al pubblico terribili verità che si nascondono dietro l’incertezza del lavoro: Sandra è reduce da una depressione e per questo quando la sua azienda decide di proporre ai suoi dipendenti di accettare di votare per il licenziamento di uno di loro in cambio di un bonus è lei quella più a rischio. La donna, consigliata dal marito e da un collega, decide di tentare, in un tempo lungo quei due giorni e quella notte del titolo, di far cambiare idea a quelli che da compagni di lavoro potrebbe trasformarsi in tagliatori della sua testa.

Una perfetta, sfuggente nello sguardo e provata Marion Cotillard, che eccede forse un po’ troppo nel pianto, è Sandra donna simbolo della precarietà di una generazione che mette davanti a una scelta morale i suoi simili imponendo loro di optare, senza possibilità di tornare indietro, tra solidarietà e denaro.

Le diverse reazioni, alcune anche al limite della disumanità e immerse nella codardia, dei colleghi della protagonista mettono alla luce quanto, in questo momento, le difficoltà non avvicinino le persone ma rendano, spesso e volentieri, le stesse protagoniste di una guerra tra poveri dove la solidarietà non è contemplata per il terrore di perdere quel poco che si ha o per il bisogno di avere quella briciola in più, costi quel che costi.

Commovente e liberatorio Due giorni, una notte ha la capacità di mettere davanti allo specchio la cattiveria che ha la sua genesi nella non certezza di un futuro dignitoso, palesando quanto questa crisi economica stia diventando anche una crisi morale che col passare del tempo rende sempre un po’ meno umani.

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