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Miriam si sveglia a mezzanotte

TONY SCOTT UNISCE CATHERINE DENEUVE, DAVID BOWIE E SUSAN SARANDON IN UN AFFASCINANTE TRIANGOLO DI SANGUE

miriami-si-sveglia-a-mezzanottePronto a seguire le orme del fratello maggiore a Hollywood, nel 1983 Tony Scott cerca di realizzare un adattamento per il grande schermo del romanzo Intervista col vampiro di Anne Rice. Il progetto però naufraga e l’aspirante esordiente ripiega su un’altra trasposizione tratta da una storia di vampiri: The Hungher, di Whitley Strieber. Il film omonimo viene presentato fuori concorso al 36° Festival di Cannes e riceve critiche tiepide, perplesse o apertamente ostili.
Eppure gli elementi che la pellicola può vantare per incantare il pubblico non sono pochi. A cominciare dal cast. Miriam è Catherine Deneuve, il simbolo per antonomasia del più raffinato cinema francese, qui vestita in Yves Saint-Laurent, glaciale e bellissima. Accanto a lei David Bowie, in una delle sue interpretazioni più toccanti, e Susan Sarandon, che in quegli anni si era ormai affermata come volto della controcultura cinematografica americana.
Miriam è una vampira che da millenni si aggira per il mondo. Il suo compagno, John, sta per subire la sorte di tutti i suoi amanti: in quanto vampiro “impuro”, trasformato da lei per amore, dopo un paio di secoli inizia a invecchiare sempre più velocemente. Nella disperata ricerca di un rimedio, i due si imbattono in Sarah Roberts, una giovane ricercatrice che rimane colpita dal caso di John. Tra le due donne nasce un’attrazione reciproca e, trascinata dalla passione, Miriam trasforma Sarah, che finalmente comprende la vera natura della sua amante.

Stilisticamente il film si accompagna a una colonna sonora ricercatissima e spettacolare, che coniuga brani classici di Schubert, Bach e Allegri con musica gotica e punk. Basti pensare alla sequenza dei titoli di testa, che riprende i Bauhaus mentre si esibiscono nel loro singolo più famoso, Bela Lugosi’s Dead, dedicato al celebre attore che donò il volto a Dracula in innumerevoli film horror.
Visivamente fa da contraltare all’accompagnamento musicale la fotografia tagliente e sofisticata di Stephen Goldblatt, immersa in una luce fredda, che Tony sembra prendere in prestito dal fratello. A livello di effetti speciali infine, il film merita una menzione per la scena in cui David Bowie subisce il rapidissimo e fatale invecchiamento, impressionante e struggente.

L’estetica esaperata, aggravata da un montaggio a tutti i costi originale e sincopato, corrompe purtroppo il risultato finale e, se alcune sequenze conservano ancora oggi un innegabile fascino, in generale il film si sviluppa con eccessiva lentezza, scadendo nella noia o, a tratti, addirittura nel ridicolo. La scena conclusiva poi, riscritta dalla casa di produzione, ignora tutti i temi suggeriti dalla trama al solo scopo di lasciare la porta aperta a un eventuale sequel, che non fu mai concepito. Dal film venne ricavata però un’omonima serie televisiva, prodotta dai fratelli Scott e presentata da David Bowie nella seconda stagione.
A modo suo Miriam si sveglia a mezzanotte si impone come un cult: la scena di sesso tra Catherine Deneuve e Susan Sarandon diventa una pietra miliare per l’immaginario erotico collettivo e la violenza feroce delle sequenze di “caccia” risulta audace e precorritrice per i tempi. Nella carriera di Tony Scott resta un titolo unico, diverso da tutti i suoi lavori successivi. Tre anni dopo, nel 1986, sarà seguito da un film completamente antitetico, Top Gun, che rende il regista famoso in tutto il mondo e autonomo in rapporto all’ingombrante fama del fratello maggiore.

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