Marina: incontro con il regista e il cast

ROCCO GRANATA: << MARINA E’ NATA SUL PALCO MENTRE IMPROVVISAVO, NON E’ UNA DONNA REALE MA UNA MARCA DI SIGARETTE>>

Marina, il film diretto da Stun Conix, racconta la vita del cantautore Rocco Granata. Il suo viaggio in Belgio con tutta la famiglia, l’immigrazione, il sogno che nasce tra la polvere di una miniera e diventa musica. Una musica che è rimasta nel tempo e ha cavalcato l’onda degli anni. Marina è la colonna sonora dell’Italia che lavora, dell’Italia che fa fagotto e lascia la propria casa in cerca di fortuna. Un’Italia che sogna, che riesce ancora farlo, che balla sottobraccio di una vita forestiera. La pellicola ci riporta indietro nel tempo, dritti alle origini, nel profondo di un sogno.

Come si è trovato ad interpretare un personaggio duro come quello di Salvatore, un padre fermo sulle decisioni e spesso l’esempio del cosiddetto padre padrone?
Luigi Lo Cascio: Non trovo Salvatore un personaggio negativo, è un padre autoritario e severo questo lo riconosco, ma tutto quello che fa è per il bene del figlio. Pur non riconoscendo inizialmente i bisogni di Rocco e minimizzando il suo sogno arriva alla fine a ricredersi e sarà lo stesso Rocco a lanciare un’immagine del padre molto positiva.

Come nasce l’idea di questo film?
Stun Conix: Rocco mi ha chimato e in occasione dei 50 anni di Marina mi ha chiesto un consiglio, voleva raccontare la sua storia in qualche modo e io sapevo che in cuor suo avrebbe voluto farne un film. Sono rimasto affascinato da una vita tanto ricca, così è nato il film. Al centro è stato messo il sogno di Rocco e sicuramente il suo rapporto così forte e alle volte difficile con il padre.

Una curiosità: Marina è una donna realmente esistita come si vede nel film o è stata solo un’invenzione cinematografica?
Stun Conix: Marina non è realmente esistita. Un’invenzione cinematografica. Anche io chiesi a Rocco se Marina fosse una donna reale e lui mi ha risposto che era troppo impegnato nel lavoro e nella carriera, non ne aveva il tempo.
Rocco Granata: Quando sono arrivato in Belgio avevo circa dodici anni e guardavo molte ragazzine del quartiere, ma ce ne era una che mi piaceva molto, ed era la figlia di un negoziante del quartiere. Mi sono innamorato di 100 donne ma non ne ho mai avuta una fissa. Non avevo tempo, ero molto concentrato sul mio lavoro e focalizzato sul sogno di diventare musicista. Marina è nata per caso in un locale, gli altri componenti della band erano andati al bagno e io stavo lì sul palco ad improvvisare qualsiasi cosa mi venisse in mente. Proprio davanti a me c’era l’immagine di una ragazza mora, una marca di sigarette. Così nasce Marina  e poi (sorride) papà mi diceva sempre: “non sposarti mai con una bionda”.

Come mai la scelta dei fratelli Dardenne nella co-produzione?
Stun Conix: Marina è dopo tanti è una co-produzione tra Italia e Belgio. Doveva farne parte anche la Germania ma visto che non è stato così ho chiamato i fratelli Dardenne che il giorno dopo mi hanno risposto positivamente.

Come è stato recitare in due lingue?
Matteo Simoni: Devo dire che la storia di Rocco rappresenta un po’ anche quella della mia famiglia, il mio bisnonno era Italiano, di Trento per la precisione. Imparare il dialetto calabrese è stata dura, forse davvero la cosa più difficile da fare. Sul set quando mi sono accorto che sbagliava anche Lo Cascio allora mi sono un po’ tranquillizzato.

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