Rosemary’s Baby: la recensione della miniserie della NBC

ROSEMARY’S BABY, IL REBOT BASATO SULL’OMONIMO ROMANZO DI IRA LEVIN NON ALL’ALTEZZA DEL FILM CON MIA FARROW

rosemary's baby nbc seriesRosemary’s Baby arriva alla NBC. Dopo l’adattamento televisivo di Fargo, film dei fratelli Cohen, che sta avendo un discreto successo sul canale FX, la NBC ha trasmesso da poco la miniserie evento Rosemary’s Baby, basata sull’omonimo romanzo di Ira Levin, portato successivamente sul grande schermo da Roman Polanski nel 1968. La miniserie in due puntate, si propone come una rivisitazione del cult, per creare una storia con una diversa ambientazione, nuovi personaggi che interagiscono nella vicenda e altri misteri da scoprire.

Nei panni che furono di Mia Farrow, l’indimenticabile ingenua sposina del film di Polanski, troviamo l’attrice di Avatar, Zoe Saldana, che si rivela tutt’altro che naïve; al posto di John Cassavetes nel ruolo del marito Guy, c’è invece Patrick J. Adams, attore canadese famoso per il ruolo dell’avvocato Mike Ross nel legal Suits. I diabolici vicini sono invece interpretati da Jason Isaacs, il Lucius Malfoy della saga di Harry Potter, e l’attrice francese Carole Bouquet.

Nell’adattamento della NBC, Rosemary’s Baby è ambientato a Parigi, e non a New York. Rosemary ha avuto un aborto spontaneo, mentre Guy è uno scrittore in crisi – mentre nel film era un attore – che trova opportunità di lavoro a Parigi come insegnante universitario. I coniugi Woodhouse colgono l’occasione per rifarsi una vita, anche perché Guy ha bisogno di soldi dato che il suo romanzo procede a rilento. Mentre nella capitale francese ritrova la sua amica Julie (Christina Cole) e si iscrive a un corso di cucina con lei, Rosemary recupera il portafoglio di Margaux Castevet, una ricca e affascinante signora. La donna, per ringraziarla, invita lei e il marito ad una festa nell’appartamento dove Margaux e suo marito Roman vivono, e a fine serata regala alla coppia un gatto. È l’inizio di un’amicizia morbosa che avvicinerà sempre di più i Castevet ai Woodhouse, tanto da influenzare le loro vite in un modo insospettabile. Rosemary e Guy decidono di provare di nuovo ad avere un bambino, e quando scopre di essere incinta, la carriera di Guy fiorisce immediatamente. Tuttavia, una serie di segni oscuri convincono Rosemary a indagare sull’appartamento dove vive e sui suoi precedenti inquilini, e ben presto i suoi dubbi iniziano a prender forma appena scopre che i Castevet e suo marito sono coinvolti in qualche modo nella sua gravidanza.

La miniserie ha in comune con il capolavoro di Polanski la trama di base, ma per il resto si può definire un prodotto a sé stante. L’idea di rivoluzionare la storia per renderla più intrigante fallisce già in partenza: il film Rosemary’s Baby del ‘68 si basa sulla tensione scenica, sull’atmosfera sagace, oscura, ambigua, come era il film di Polanski, insomma ambientazioni in grado di far venire i brividi, perché si parla di un horror e di sette sataniche, e la reazione del pubblico dovrebbe essere questa. Assente anche il totale delirio e lo stato febbrile di Rosemary durante la gravidanza, come invece la giovane Mia Farrow ha saputo trasportare sullo schermo nel film. La miniserie della NBC manca di queste caratteristiche e rende il prodotto alquanto prevedibile: le scene splatter fanno da contorno accattivante, ma non efficace per questo genere di film.

Zoe Saldana resta comunque bravissima, dall’inizio alla fine, nel ruolo della donna, e poi madre bisognosa di difendere a tutti i costi il suo bambino, un po’ spenta è l’interpretazione di Patrick J. Adams. Le novità sono Carole Bouquet e Jason Isaac: raffinati, eleganti, ambigui, – tanto da ricalcare un po’ le caratteristiche dei due vicini nella pellicola di Polanski – bravi nell’esposizione non verbale, dove a far da padrona sono le espressioni del viso – come nella scena durante l’atto sessuale tra Rosemary e il Diavolo.
Una regia spenta che solleva più volte qualche sbadiglio, e lo dimostra il poco interesse del pubblico americano per la miniserie, catturando solo 3 milioni di telespettatori nella messa in onda di entrambe le puntate.

 

 

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.