Cannes 67 – The Homesman: recensione film

THE HOMESMAN, TOMMY LEE JONES DIRIGE E INTERPRETA UN WESTERN CUPO E DISILLUSO

HomesmanGENERE: western

DATA DI USCITA: n.d.

DURATA: 122’

VOTO: 3,5 su 5

Il sogno americano, quando non si avvera, porta nel suo fallimento conseguenze pesanti in proporzione alle rinunce che hanno fatto i sognatori: in quel del profondo West, precisamente in Nebraska, c’è una comunità dove tre donne hanno perso la ragione a causa del fuoco di paglia inseguito dai loro uomini che hanno tentato di rendere reale il concetto chimera di selfmade-man ritrovandosi, poi, a non essere all’altezza né del loro sogno né tantomeno del loro ruolo di capofamiglia. Nell’intento di riportare la calma all’interno della comunità un prete chiede a una devota (Hilary Swank) di scortare le tre donne verso Est dove la moglie di un pastore, che ha il volto della sempre meravigliosa Meryl Streep, è pronta ad accudire le anime perse. Durante il viaggio la misericordiosa donna a cui è stato affidato l’arduo incarico incontra un fuggiasco, George Briggs (Tommy Lee Jones) che l’accompagnerà nel lungo viaggio come pegno per essere stato salvato.

Con The Homesman Tommy Lee Jones, che dirige e interpreta il lungometraggio, riporta in auge il Western donandogli una buona dose di drammaticità e di tensione legata per lo più a una condizione psicologica che alla paura di uno o più imminenti colpi di pistola, e mettendo in mano a diverse figure femminili il peso di un lavoro non facile ma ben gestito sia dalla sua macchina da presa sia da tutti gli eccellenti interpreti che si avvicendano sulla scena.

Con in sottofondo paesaggi caratteristici di film di tale genere il viaggio che i protagonisti affrontano è in realtà un cammino, anche interiori che cambia le fragili anime che lo affrontano dando un respiro alle alienate donne e mettendo in crisi seriamente l’umanità di Mery.

È interessante vedere come c’è un cambio di ruolo tra chi inizialmente doveva essere salvato e chi aveva la parte del salvatore per poi, in conclusione, ritrovarsi davanti alla palese realtà che solo il cinismo leggero alla Briggs/Lee Jones rende indenni.

Con questo suo nuovo lavoro Tommy Lee Jones mette in scena un film cupo ambientato che racconta un mondo dove non c’è spazio per niente se non per una sana immunità dall’illusione.

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