LA PRINCIPESSA VILLAIN E LA GRANDE SVOLTA DISNEY VERSO L’ALTRA METÀ DEL CIELO
Non sempre nei classici Disney dove le protagoniste sono state le Principesse la strega cattiva o, comunque, il villain è stata donna ma mai, prima dell’avvento di Frozen – Il regno di ghiaccio, la stessa protagonista del cartoon ha avuto il doppio ruolo di co-protagonista e antagonista. La Principessa Cattiva o, in ogni caso, la Principessa Antieroina che si oppone all’azione e al conseguente successo dell’eroina è cosa nuova nel mondo della casa di produzione statunitense.
Ispirato dalla fiaba di Andersen La Regina di Ghiaccio, Frozen è uno dei Classici Disney la cui narrazione si è presa più libertà nei confronti della storia originale partendo proprio dal fatto che La Regina di Ghiaccio nella versione dello scrittore danese è un personaggio totalmente negativo, a causa di una delusione d’amore, tanto da essere detentrice di uno specchio magico capace di mutare in brutto nel suo riflesso tutto ciò che di bello ci si specchia, mentre nel lungometraggio di animazione Elsa (chiamata così in omaggio a Elsa Beskow, scrittrice per l’infanzia svedese e famosa illustratrice delle fiabe dello stesso Andersen) ha una storia molto complessa e il suo esilio forzato alla Montagna del Nord è dovuto sia al senso di colpa per non poter trattenere i suoi poteri che hanno fatto in passato del male alla sorella Anna e che vengono visti come malvagi da chiunque li scopra. La Regina di Ghiaccio è una delle fiabe più lunghe di Andersen ed è divisa in sette storie delle quali il personaggio di Elsa porta nei suoi comportamenti e nelle vicende narrate nel film di animazione due dei protagonisti della lunga narrazione: la stessa Regina delle Nevi e Kay un bambino che viene rapito dalla perfida Sovrana.
La vera protagonista della pellicola è Anna la sorella minore di Elsa, che nella fiaba originale porta il nome di Gelda colei che andrà alla ricerca del suo amico d’infanzia Kay, la quale da bambina è stata ferita dalla ragazza non in grado di gestire i suoi poteri che hanno la capacità di trasformare tutto in ghiaccio a seconda delle emozioni, per poi essere salvata da dei troll (che in La Regina di Ghiaccio sono essere crudeli nonché coloro che hanno creato lo specchio stregato) che le hanno cancellato la memoria. Per tutta la sua infanzia, e ancora di più dopo la morte dei genitori in un naufragio, Anna si chiede come mai la sorella non voglia più vederla inconsapevole dell’accaduto e del volere di Elsa di non avvicinarsi a lei per proteggerla. Il giorno dell’incoronazione della Principessa primogenita Anna finalmente rivede la sorella che a conclusione della cerimonia senza volerlo svela a tutti i suoi poteri per poi nascondersi sulla Montagna del Nord. Anna per evitare che un inverno perpetuo distrugga il Regno di Arendelle e nel suo cammino incontra Kristoff, un ragazzo che per vivere vende ghiaccio e che è stato cresciuto dai troll, e Olaf un pupazzo di neve che lei e Elsa avevano creato da piccole.
In realtà l’unico vero scontro tra Anna e sua sorella avviene nel momento in cui la ragazza trova il castello di ghiaccio in cui si è nascosta Elsa che la caccia in malo modo e colpendola al cuore per poi pentirsene immediatamente quando scopre che Anna sta per morie.
Oltre alla figura dell’antieroina divenuta tale per una sorta di senso di colpa mista alla voglia di essere libera e non per invidia o vendetta come succede nelle altre fiabe di disneyana memoria, l’altra novità di Frozen, oltre all’assenza di un Principe (che anzi in questo caso si scopre essere un impostore avido) e che comunque già era stata l’innovazione in Brave – Ribelle e Rapunzel – L’intreccio della torre, è l’idea che l’eroina alla fine si salva non grazie al bacio del vero amore ma all’affetto, realmente puro e incondizionate, fraterno. Questa novità, l’inutilità di un Principe o comunque l’idea che il vero amore non nasca in uno sguardo, come nel caso de La Bella Addormentata, o con un ballo, come nel caso di Cenerentola, sembra essere una nuova costante delle storie fiabesche Made in Disney che si ritrova anche in Maleficent.
Dopo anni di surreale romanticismo ecco che le donne Disney si salvano da sole, come Brave, o si salvano tra loro. Una nuova era per l’altra metà del cielo che finalmente ha modi nuovi per vivere felice e contenta.