Massimo Troisi: il coraggio prima di tutto

BUONO, CORAGGIOSO, INNAMORATO E TRASPARENTE. VENT’ANNI SENZA MASSIMO TROISI, VENT’ANNI DI UN CINEMA CHE NON C’È PIÙ

“Non le ho detto niente, la guardavo e mi innamoravo.”
(Massimo Troisi – Il Postino, 1994)

Non è stato solo la summa perfetta della passionalità spontanea e colorata dell’intelletto partenopeo e non si può limitarlo all’epiteto di attore capace e genuino, Massimo Troisi era – anzi è – molto di più. Sono passati vent’anni dalla sua scomparsa, il cuore che sempre aveva seguito, dopo l’ultimo, ma estenuante lavoro, l’ha tradito, portandosi via, per l’appunto, il genio di un autore che è più che altro il simbolo di un cinema che, semplicemente, non esiste più.

massimo-troisi-Fanno rumore vent’anni, soprattutto se all’interno c’è il rimbombo di un’assenza che pesa, sottolineando la perdita, quasi totale, di una delicatezza, una propensione, una spontaneità e un coraggio che oggi latitano e sono merce rara nel dorato mondo della ”cinematografia artigianale italiana”. Massimo Troisi, con il suo sguardo innamorato e perdutamente malinconico, è stato capace di rivitalizzare e innovare il cinema nostrano per poco più di dieci anni, lasciando impresso nella memoria collettiva il sogno che anche i buoni, in un mondo del genere, possono farcela, magari restando anche se stessi, senza urlare e mettersi in mostra, mantenendo la leggerezza e la bellezza che differenziano gli individui veri dagli uomini copertina, strillati e abusati all’inverosimile. Inutile sottolineare la sua carriera, impreziosita anche da una Nomination all’Oscar postuma per Il Postino, il tratto peculiare della sua storia è rintracciabile nell’amore che il pubblico aveva per lui, quasi viscerale, incondizionato e senza dubbio cristallino.

Gli volevano bene a Troisi, gli voleva bene la sua gente e, cosa rara, gli volevano bene i suoi colleghi-amici, da Roberto Benigni a Carlo Verdone, fino ad Ettore Scola e Marcello Mastroianni. Si dice che nulla è per sempre, neppure la morte, e, nel caso di Massimo, forse è un po’ vero, visto che lui e i suoi film sono costantemente ricordati, omaggiati e anche un po’ invidiati. Ricomincio da tre, Scusate il ritardo, Che ora è?, Non ci resta che piangere e, ovviamente, Il Postino, pellicole dalla poetica dolce e incantata, mai volgari, rispettose del pubblico e rispettose dell’anima, lo specchio perfetto di Troisi, la perfetta estensione di lui che sfocia nel ricordo sentimentale e immortale, negli occhi di un uomo irripetibile.

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