Snack, si gira: La mafia uccide solo d’estate e le Iris alla ricotta

OTTIMO L’ESORDIO DI PIF CHE CI PORTA IN SICILIA…A GUSTARE I MERAVIGLIOSI DOLCI ALLA RICOTTA

Per essere un’opera prima, quella di PIF (Pierfrancesco Diliberto) ha sicuramente superato le aspettative di tutti. La mafia uccide solo d’estate (2013) è a parer mio uno dei migliori film italiani degli ultimi anni, in grado di raccontare 20 anni di storia italiana in maniera INUSUALE, MAI SCONTATA, MAI NOIOSA. Non è il solito film sulla mafia, non aspettatevi Raul Bova o Ricky Memphis con auricolari e giubbotti antiproiettile.

La storia infatti, è quella di un bambino siciliano, Arturo (Alex Bisconti/bambino, PIF/ adulto), che nasce e vive la sua infanzia nella Palermo più buia: quella di Cosa Nostra e Totò Riina. La sua vita, però, scorre serenamente in quanto la sua innocenza e i suoi occhi da fanciullo nasconderanno il dramma reale che lo circonda. La sua è inoltre, una grande storia d’amore. Un amore quello per la compagna di classe Flora ( Cristiana Capotondi/adulta) che lo accompagnerà tutta la vita e che lo porterà, da grande, alla decisiva consapevolezza del suo ruolo nel mondo.

Pif ci porta nella sua Palermo con quello sguardo naif, puro e privo di alcun filtro che lo contraddistingue. Proprio per questo sia il film che i suoi programmi risultano sempre più veritieri di un qualsiasi documentario. Gli occhi di Arturo così grandi, verdi e pieni di vita, sono gli occhi di un bambino che non vede il male nelle persone e in ciò che lo circonda: Andreotti è un eroe romantico, Totò Riina è un personaggio quasi fantozziano, il generale Dalla Chiesa è un signore distinto e gentile che regala caramelle quando entri nel suo ufficio e il latitante è quel personaggio misterioso che si nasconde nelle case, come i fantasmi.

Sarà proprio durante uno dei suoi incontri fortuiti con personaggi illustri che il piccolo Arturo, conoscerà BORIS GIULIANO, il famoso Capo della Squadra Mobile di Palermo. Proprio lui, prima di essere brutalmente ucciso dalla mafia, suggerirà al ragazzino di assaggiare per colazione un dolcissimo IRIS ALLA RICOTTA, dolce tipico palermitano che diventerà il pegno di amore quotidiano di Arturo per la sua Flora. Se parliamo di SICILIA E CIBO non possiamo che andare sul sicuro! E questo dolcissimo pan brioche ripieno, è una delle tante meraviglie culinarie che questa regione ci offre.
Vediamo subito come prepararle insieme, allora!!

E RICORDATI CHE LE IRIS ALLA RICOTTA LE TROVI SOLO QUA, A PALERMO!

iris ricottaINGREDIENTI:

Per l’impasto

– 500 gr di farina
– 250 ml di latte
– 50 gr di strutto o margarina
– 50 gr di zucchero
– 25 gr di lievito di birra
– 1 uovo
– Acqua tiepida q.b.

Per il ripieno

– 400 gr di ricotta
– 200 gr di zucchero
– codette o gocce di cioccolato

 

PREPARAZIONE:

Prendetevi una giornata libera per preparare le Iris. La cottura al forno è rapidissima, ma la lievitazione della pasta ha bisogno di qualche ora.
Prendete la farina e lavoratela con il resto degli ingredienti per l’impasto, sciogliendo il lievito di birra in un bicchiere di acqua tiepida. Impastate fino a ottenere un panetto omogeneo. Coprite con un panno e fate lievitare un paio di ore.

Stendete dunque col mattarello e con l’aiuto di un coppa pasta o di un bicchiere, ricavate 12 forme rotonde, spesse circa 1 cm. Intanto preparate la crema di ricotta mescolandola con lo zucchero e il cioccolato. Distribuitela su sei dei dischetti preparati e con gli altri restanti sei andate a richiuderli.
Lasciate lievitare di nuovo tutto per altri 50 minuti. A quel punto infornateli per 10 minuti a 180°. Quando saranno pronti lasciate intiepidire e spolverate con abbondante zucchero a velo.

SUGGERIMENTI:

– Le iris esistono anche fritte ma con questo caldo meglio mantenersi leggeri! Già accendere il forno può essere un problema…
– Di prima mattina con un buon cappuccino o caffè questi dolci sono perfetti per iniziare la giornata.
– Sono una variante delicata e altrettanto gustosa dei Krapffen o Bomboloni toscani.
Anche qua la dolcezza di questo film mostra il lato umano di ognuno dei personaggi. Uno degli uomini più influenti della Sicilia, più temuti e rispettati viene infatti sorpreso da Arturo durante il suo rituale peccato di gola mattutino.

La storia di Arturo rimane impressa, rimane nella tua mente in maniera delicata e con una dolcezza che solo pochi sono riusciti ad usare nel raccontare periodi drammatici della nostra storia; la dolcezza di un iris alla ricotta o di un giovane impacciato alle prese con il suo primo amore. Pif ci insegna che per far sì che tutti siano consapevoli di ciò che la Mafia ha comportato e comporta nel nostro paese dobbiamo partire dall’educazione e dalla formazione dei nostri figli; non riguarda solo gli adulti o solo il Sud ma riguarda tutti noi.

Il cinema e la televisione italiana hanno bisogno di personaggi come Piefrancesco Diliberto. Senza gridare allo scandalo, senza offendere ma semplicemente attendendosi ai fatti con ironico disincanto, il suo film, così come i suoi programmi in generale riescono a informare senza fuorviare. Non so se è chiaro il concetto: guardatevi il film e ne rimarrete felicemente e dolcemente colpiti!

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