Giffoni Film Fest: Marco D’Amore e Salvatore Esposito ospiti d’onore della seconda giornata

MARCO D’AMORE: “GOMORRA È UN LUOGO DELLA COSCIENZA CON IL QUALE BISOGNA FARE I CONTI”

Giffoni Film Festival“Per formazione culturale tendo ad attenermi solo ai fatti dopo averli accertati. Riccardo Tozzi ha parlato come produttore, io non parlo di ipotesi ed illazioni. Le frasi scritte sono state estrapolate da un discorso più ampio, parlerò quando saprò i fatti” così Marco D’Amore, alias il perfido Ciro di Gomorra La Serie, mette immediatamente in chiaro che non ha intenzione di proferire alcuna parola sulla polemica che recentemente ha buttato fango su quello che, senza ombra di dubbio, è il prodotto televisivo italiano dell’anno. Polemica secondo la quale la società di produzione Cattleya avrebbe versato 6mila euro in contanti affittare la Casa Savastano (la famiglia protagonista della pellicola tratta dal best-seller di Roberto Saviano) a una famiglia della mala. Nessuna parola sul presente probabile scandalo ma tante parole sul futuro che vedranno D’Amore produrre un film sul caso Eternit: “mi dicevano tutti che non ce l’avrei fatta e invece per l’anno prossimo sarà pronto” afferma l’attore ospite insieme al collega Salvatore Esposito, ovvero il trasformista Genny Savastano della fiction, della seconda giornata del Giffoni Film Fest.

La serie, successo unanime di critica e pubblico, ha interessato fin dalle fasi della sua produzione anche l’estero e, ad oggi, è stata già venduta in 60 paesi “è la conferma – ha dichiarato Salvatore Esposito – dell’assoluta qualità del prodotto. È questo il segreto del successo di Gomorra che oggi viene accostata a grandissime produzioni americane. Dovrebbe essere un vanto per l’Italia, al di là delle polemiche”

Ma Gomorra, e la sua Scampia, non sono per D’Amore dei luoghi circoscritti a una certa realtà italiana e, in particolare, meridionale: “è assurdo pensare che Gomorra sia solo un luogo geografico. Se si è onesti intellettualmente non si può non capire come sia, invece, un luogo della coscienza con cui bisogna fare i conti. Gomorra è stata venduta in tutto il mondo perché racconta del mondo. Ed è svilente – ha continuato D’Amore – che al giorno d’oggi si continui a dividere il mondo in buoni e cattivi. Svegliamoci in Italia perché fuori c’è un mondo che corre velocissimo. Parlando del mio personaggio, posso dire di aver fatto un percorso insieme a lui, provando ad approcciare alla sua storia senza pregiudizi. Può sembrare paradossale ma sono riuscito a vivere, grazie a lui e insieme a lui, sprazzi di gentilezza e di umanità. Probabilmente non riuscirò più a vivere con tanta forza certi sentimenti nella mia vita fuori dalle scene”.

Il bene e il male che non è altro che la conseguenza dell’assenza di uno Stato trovano convivono nelle stesse vie, negli stessi vicoli colorati di vita e rumorosi di dialetto dove non tutto deve per forza essere perduto come sottolinea Esposito: “la gratitudine e la solidarietà che abbiamo trovato sul territorio mi ha commosso. Abbiamo girato per nove mesi nelle zone cosiddette malfamate di Napoli del suo hinterland e ovunque abbiamo trovato solidarietà, aiuto, vicinanza. Mi rendo conto che tutto questo non faccia notizia. Ma bisogna sottolineare come tutto questo sia il segno evidente che non tutto lì è marcio”.

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