Giffoni Film Festival: il divo Richard Gere alla kermesse

ACCOMPAGNATO DA OMAR, IL FIGLIO 14ENNE, RICHARD GERE È IL PROTAGONISTA ASSOLUTO DELLA QUINTA GIORNATA DEL GIFFONI FILM FESTIVAL

Giffoni Film Festival“Sono molto molto contento di essere qui a Giffoni, sono onorato di essere ospite di un festival in cui si realizza una cosa importantissima: mettere in relazione i ragazzi di tutto il mondo, un elemento che avrà in futuro un impatto positivo per l’intero pianeta” così Richard Gere, ospite d’eccezione del Giffoni film Festival, saluta i numerosi ragazzi della giuria durante l’atteso incontro in cui, tra le altre cose, sfata il mito della Hollywood maledetta “Tutti pensano che Hollywood sia un mostro vorace ma è solo un posto dove si fanno i film. Non dobbiamo venire a patti con Hollywood, dobbiamo fare purtroppo di peggio: venire a patti con i nostri demoni personali”.

65 anni, una carriera sfavillante alle spalle, che non sembra volersi placare, Gere annuncia che il nuovo film di cui è protagonista Time out of Mind, nel quale fa la parte di un senza tetto: “il film andrà al festival di Toronto e poi spero a quello di Roma la sceneggiatura originale è stata scritta 25 anni fa. Da allora possono essere cambiati dettagli ma i problemi interiori di quel mondo sono sempre gli stessi. Avevo avuto contatti con un’unica associazione di New York  che si occupa della cura e dei diritti di queste persone, New York  è l’unica città al mondo dove per legge ogni persona deve avere un posto dove dormire per la notte, gli deve essere dato un letto. Nel film abbiamo voluto rappresentare il processo di transizione per diventare homeless e  tutta la burocrazia che ne consegue”.

Da sempre attento al sociale in questo periodo difficile a causa di tensioni internazionali e venti di perpetue guerre che di nuovo sono potenti e assassine Gere dice la sua su quel che sta accadendo nella Striscia di Gaza attraverso un ricordo, un insegnamento che gli è stato dato e che condivide col suo giovane pubblico: “un mio maestro giapponese zen che diceva che lui non prendeva una decisione finché non riusciva ad abbassare il numero di respiri a sette in un minuto. Con questo esercizio riusciva a controllare l’emotività e l’impulsività. Abbassare il numero dei respiri significa non reagire subito, non rimanere sulla superficie, andare più giù nella coscienza fino al punto di acquisire una razionalità più forte per capire che siamo tutt’uno con il resto dell’umanità. Non mi fido dei politici che reagiscono subito, creiamo gentilezza gli uni con gli altri, essere gentili è il punto di partenza”.

Oltre agli insegnamenti di vita, Gere, dall’alto della sua esperienza pluriennale nel campo della settima arte da anche un consiglio importante ai ragazzi che vorranno intraprendere il suo mestiere: ” impegnatevi, impegnatevi, impegnatevi, per imparare a far bene una cosa ci vogliono almeno diecimila ore. E sappiate che è molto difficile, il 99 per cento degli aspiranti attori è disoccupato. Ma se ci credete, se sentite che sia la cosa più importante per voi, allora fatelo!”.

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