La Madre: recensione film

ANGELO MARESCA PORTA SUL GRANDE SCHERMO LA MADRE, IL ROMANZO BREVE DEL PREMIO NOBEL GRAZIA DELEDDA

La MadreGENERE: drammatico

DATA DI USCITA: 10 luglio

DURATA: 90’

VOTO: 2,5

Coraggiosa la decisione di Angelo Maresca di usare come soggetto per il suo primo lungometraggio il romanzo breve dell’immensa Grazia Deledda, La Madre, come giusta è la sua scelta di optare, in moltissimi punti, per il silenzio lasciando che il racconto, specialmente nei primi minuti del lungometraggio, si svolga attraverso l’immagine.

Don Paolo sta attraversando una crisi spirituale a causa dell’amore che prova per le una delle sue parrocchiane che non si limita ad essere platonico. Maddalena, sua madre, è distrutta dalla situazione perché non riesce ad accettare che un’altra donna glielo porti via e che suo figlio lascia la strada che lei, fin da bambino, gli ha imposto.

Il dramma scritto dal Premio Nobel per la letteratura viene ripercorso nel film di Maresca mettendo al centro della narrazione il senso di colpa di un figlio nei confronti non solo del suo ruolo all’interno della società ma anche di quelli della madre che da sempre ha pilotato le sue azioni finché un sentimento più grande, e carnale, finalmente ha portato il protagonista a tagliare metaforicamente un cordone ombelicale pericoloso e opprimente.

Paolo, condannato a pagare con la sua vita la paura della madre nei confronti del lato animale e naturale della sessualità, si libera vivendo un contrasto fortissimo tra il piacere, scoperto, e il dovere, impostogli fin dalla fanciullezza.

La presenza nel cast della bravissima Carmen Maura, la quale nel ruolo della protagonista regala un’ottima interpretazione anche grazie alla presenza onirica di Luigi Maria Burrano nel ruolo, sognato, del defunto marito di Maddalena, dà un tocco in più alla pellicola che viene però in più punti riportata verso il basso dall’altra protagonista femminile, Laura Baldi che risulta troppo algida per sostenere il ruolo di Agnese, oggetto della passione di Paolo interpretato da uno Stefano Dionisi perfetto nella parte del figlio, di madre e di Dio, in crisi.

Lento, eccessivamente melodrammatico, lì dove la Deledda con la penna sapeva sdrammatizzare, e a volte declamatorio per amor di citazione, La Madre è un’opera prima che rasenta la sufficienza ma che comunque sottolinea la buona capacità registica di Maresca il cui tentativo di trasporre un’opera letteraria così potente non ha affatto giovato.

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