C’E’ DEL “MADE IN ITALY” DIETRO THE HUMBLING CON AL PACINO DIRETTO DA BARRY LEVINSON
Ma come, il film di Barry Levinson con Al Pacino è coprodotto da italiani? E uno dei produttori ha 26 anni? Lo stupore dei più è la prima reazione quando si scopre che The Humbling (tratto dal libro di Philip Roth di cui Al Pacino aveva acquisito i diritti), film Fuori Concorso presentato a Venezia 71, che vede due premi Oscar coinvolti, è appunto coprodotto da Ambi Pictures, cioè Monika Bacardi e Andrea Iervolino, produttore che ha alle spalle dieci anni di gavetta, poiché la sua passione per il cinema lo ha portato ad entrare in questo mondo a soli sedici anni. Incontriamo i due fondatori di Ambi Pictures in occasione della presentazione del film, per cui Pacino ha speso parole di grande coinvolgimento emotivo. Girato in venti giorni da Barry Levinson, uscirà a novembre nelle sale italiane.
Andrea Iervolino, 26 anni e un film con dei premi Oscar. Come ci si arriva?
Con tanta passione, dedizione assoluta al lavoro, impegno. Bisogna lavorare 24 ore al giorno, ma se si fa un lavoro che ami e con obiettivi alti, è un piacere. Anche in una situazione di difficoltà del Paese, non si deve immobili ad attendere che le cose migliorino, ma agire, porsi obiettivi importanti. Lavorare, lavorare, lavorare. Forse per questo ho 26 anni e ne dimostro 35? Dice, scherzando.
Questa avventura professionale con Monika Bacardi come nasce e quale mission avete?
Nasce dalla volontà di Monika di investire sui giovani, di fare scouting, di creare fare business nel cinema e nella cultura. Ci siamo subito trovati sugli obiettivi e insieme stiamo facendo molte cose. La nostra mission è quella di esportare sul mercati internazionali i nuovi talenti, italiani, europei, diventando un partner importante per le produzioni di Hollywood. Se normalmente le produzioni Made in Italy, che pur fanno ottimi prodotti, si rivolgono per il 95% al mercato nazionale, per noi è esattamente il contrario: il 95% guarda al mercato estero. E questa è una opportunità unica per i talenti nostrani. Chiaramente con un occhio attento, per questo uniamo grandi star a nuovi talenti. Uno degli ultimi film prodotti è stato scritto da uno sceneggiatore di ventotto anni, ci è piaciuta la storia, ci abbiamo creduto, e lo abbiamo fatto.
Quindi si tratta anche di rilanciare il talento italiano nel mondo?
Certo, eccome. Abbiamo artisti bravissimi che non arrivano al mercato internazionale. Monika, che viaggia e vive in tutto il mondo, mi ha aperto a questo approccio al business, che io sposo e per cui lavoro con grande spinta.
Come ci si sente a presentare a Venezia un film con Al Pacino diretto da Barry Levinson?
Sono emozionato, felice. E’ stato quasi più “facile” realizzarlo che sognarlo. E quando ho letto che la stampa lo ha apprezzato ne sono stato fiero. Questo accade quando una squadra crede fortemente nei progetti e lavora nella stessa direzione. Certo con due pesi massimi come loro è una garanzia.
Come scegliete le storie da produrre, specie se proposte da nuovi talenti?
Non abbiamo preclusioni. Leggiamo, valutiamo, ci confrontiamo. Siamo aperti ai generi più diversi: commedia, dramma, horror. Ed interviene Monika Bacardi: guardiamo al contenuto e al mercato, se una storia funziona, facciamo in modo che sia vendibile, così da creare un circolo virtuoso e produrre sempre di più…
Il ragionamento non fa una piega. E visto che spesso si parla di cinema italiano in crisi, di situazione statica, mercato sbilanciato, problemi distributivi, è un bene che al mercato si affacci una realtà produttiva nuova e giovane, dinamica e che guarda ai talenti ancora inespressi.