COLPA DELLE STELLE, UN RICATTATORIO DRAMMA PER TEENAGER
DATA DI USCITA: 4 settembre
DURATA: 125’
VOTO: 2 su 5
Teen sono le ultime lettere che compongono in inglese i numeri che vanno dal 13 al 19 compreso: è da questa particolarità che nasce la parola “teenager” la quale racchiude quella categoria di esseri viventi che hanno un’età compresa, appunto, tra i 13 e i 19 anni. Gli adolescenti.
Oltre ad essere una buona fetta dell’umanità i teenager sono una vera e propria dittatura economica dagli anni ’60, periodo in cui hanno incominciato a dettare legge sulle mode e i costumi e, di conseguenza, su buona parte della produzione discografica, letteraria e cinematografica.
Molte delle recenti saghe nate su carta e poi trasposte sul grande schermo sono frutto della fugace passione di adolescenti che fanno il bello e cattivo tempo e dominano con i loro gusti e le loro manie le classifiche e i box office. Ultimo, in ordine di tempo, feticcio teen è stato, ed è, Colpa delle stelle il romanzo (ovviamente già best seller mondiale) scritto da John Green e adattato per il cinema da due produttori, gli stessi della saga di Twilight, Wyck Godfreye e Marty Bowen. Anche i protagonisti Shailene Woodley e Ansel Elgort., dei quali bisogna elogiare la bravura, sono volti già noti al pubblico dei più giovani in quanto entrambi interpreti di Divergent atto primo della trilogia letteraria, e poi cinematografica, che ha appassionato milioni di adolescenti.
Nello shakespeariano Giulio Cesare il nobile Cassio dice a Bruto “La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che siamo subalterni” e, per ammissione dello stesso scrittore, il romanzo di Green vuole stravolgere quest’affermazione: è quindi tutta Colpa delle stelle, del fato o del destino che i due giovanissimo protagonisti della storia Hazel e Augustus siano stati colpiti da gravi forme tumorali ed è sempre tutta Colpa delle stelle che si siano incontrati. La storia d’amore tra i due adolescenti, combattenti di una battaglia per la vita ingiusta e durissima, è resa ancor più romantica dalla comune passione per il romanzo Un’afflizione imperiale che porterà entrambi alla ricerca del suo autore (un eccellente Willem Dafoe) ad Amsterdam dove i due giovani innamorati vivranno le loro avventure e la loro delicata passione che la stessa Hazel, voce narrante nel film e nel libro, definirà “un piccolo infinito, un per sempre in un numero finito di giorni”.
Ricattatorio, commovente fino quasi a disgustare, Colpa delle stelle è un lungometraggio che, nonostante cerchi di raccontare la drammaticità del reale, gioca in maniera sporca e ipocrita la carta della malattia inserendo nella narrazione elementi che non fanno altro che alimentare la disperazione delle azioni: non è un caso, ma di certo è un eccesso, che il primo bacio tra i due protagonisti avvenga nella casa di Anna Frank.
Se Hazel nel raccontare fuori campo la sua storia tenta in tutti i modi di ironizzare e normalizzare agli occhi dello spettatore la sua condizione, dall’altra parte il racconto non è altro che un continuo voler mietere le lacrime di chi lo guarda, tanto da diventare prolisso e fastidioso nonostante la bravura dei suoi interpreti, marionette nelle mani di un regista e di una storia che ha il solo merito di aver fatto piangere qualche milione di adolescenti. Che ha il solo merito di essere stata il feticcio letterario dei teenager per una stagione.