IL PASSAGGIO DI TESTIMONE NON GIOVA AL TERZO FILM DELLA NUOVA SAGA CREATA DA SLY
DURATA FILM: 127 minuti
USCITA IN SALA: 4 settembre 2014
VOTO: 2 su 5
I Mercenari III è un film diretto da Patrick Hughes che vede, per la terza volta, riconfermati i ruoli per Sylvester Sly Stallone, Barney Ross, Lee Christmas ovvero il buon Jason Statham attore sottovalutato e che paradossalmente è uno dei pochi punti a favore del film, torna Dolph Lundgren silente e freddo come Ivan Drago, Arnold Schwarzenegger aka Trench Mauser, Terry Crews nella parte di Hale Caesar, il monolite Randy Couture, un minore ma valido Jet Li presente si ma in/per una manciata di minuti. Dall’altro lato invece abbiamo i giovani in ordine: Kellan Lutz, Ronda Rousey (bella, letale, atletica), Glen Powell, Victor Ortiz. All’inizio si pensava ad un rinnovamento della saga e, appunto, facendo un rapido conto gli attori protagonisti hanno ad oggi chi una sessantina di anni chi una cinquantina e via dicendo.
Queste persone possono senza dubbio fare film d’azione ma in modo moderato. A meno che non si voglia girare tutta la storia in un gerontocomio o in un bar con uomini dalla crisi di mezza età. Quindi, paradossalmente, proprio i nuovi arrivati, pur non sapendo da dove escano fuori, potevano avere un senso in un film in cui fino a prova contraria si dovrebbe sparare, correre, sparare, evitare pallottole, sparare, fare a botte. Anche se il regista e Stallone hanno fatto una giusta scelta ringiovanendo il cast e mettendo in scena la sfida tra giovani e veterani, purtroppo però la trovata non è stata geniale.
Tutti questi combattenti non lottano fra loro. I sopracitati infatti sono i personaggi dotati di un proprio spazio narrativo.. escludendo i secondari come il già citato Jet Li, Harrison Ford o Kelsey Grammer validi elementi lasciati a loro stessi sempre protagonisti di una o più scene. Cosa capiamo ? Capiamo che in due ore sono tanti, tantissimi personaggi. Troppi personaggi buoni contro un unico villain.. e Robert Davi nella parte di un boss Albanese ma non vale. Si perché di Cattivo, quello con la C maiuscola e che ha una caratterizzazione approfondita (cosa che non avviene per i nuovi “Mercenari”), è solo Mel Gibson. E va benissimo che sia in forma smagliante, è allenato, è grosso, è sudato e dotato di un esercito tutto suo ma è solo e, oltre ad essere solo, paga un esercito che non vale la pena pagare. Il film però non inizia con lo scontro fra Mel e Sly, no, il regista ce lo fa sudare.
La trama è lineare e va adagio, prima i nostri dovranno liberare niente meno che Wesley Snipes in versione detenuto di massima sicurezza. Tecnicamente Snipes fa semplicemente sé stesso, infatti torna sul grande schermo dopo la condanna di tre anni scontati in carcere e neanche a dirlo è pompato come appena uscito dalla palestra. Liberatolo, il team dovrà vedersela proprio con Mel Gibson nei panni di Conrad Stonebanks. Conrad fondò, a suo tempo, il gruppo dei Mercenari. Dopo aver abbandonato il gruppo, divenne un commerciante d’armi che Barney fu costretto ad uccidere. Creduto morto si è rifatto una vita commerciando armi sempre più grandi. Ritrovato per puro caso, Barney decide di estirpare alla radice quella piaga che è Conrad.
L’azione c’è ma non sufficiente adrenalina. Il terzo episodio de “I Mercenari” è solo una parentesi nera del e per il genere. Perché se è vero che sono lontani i tempi di Predator, Die Hard e simili è anche vero che il genere ultimamente ha prodotto pellicole dal calibro “Get the Gringo-Viaggio in Paradiso”, “Escape Plan”, “The Last Stand”, “Bullet to the Head” e “Crank”. Nomi a caso con i personaggi presenti ne “I Mercenari”. Senza contare “Snowpiercer” o a un vero e proprio cult come “The Raid”.