IL CINEASTA AMERICANO, SEMPRE LEGATO ALLA COMUNITÀ AFROAMERICANA, PRESENTE IN MISSOURI
Si sono tenuti ieri i funerali di Michael Orlandus Darrion Brown Junior, il 18enne afroamericano ucciso da un poliziotto il 9 agosto scorso mentre era disarmato. La sua uccisione ha provocato la violenta protesta della comunità afroamericana a Ferguson. Scontri, saccheggi e arresti durante le manifestazioni, tanto che il governatore del Missouri, Jay Nixon, è stato costretto prima a far intervenire la guardia nazionale e poi ad imporre il coprifuoco per tre giorni.
Ai funerali, tenutisi ieri nella chiesa battista di St. Louis, ci sono state migliaia di persone. La cerimonia è stata celebrata dal reverendo Al Sharpton che è un noto attivista per i diritti civili. Tra i presenti anche il regista Spike Lee, da sempre attento ai temi sociali e politici quali il razzismo, la violenza, la droga, le relazioni interrazziali.
Una delle figure controverse e provocatorie del Cinema Americano ha comunque saputo tenere un atteggiamento di rispetto, ed anzi, ha dato modo di far capire come una parte del mondo del cinema sia attento anche e soprattutto a questi episodi. Non c’è megalomania. Assieme a Spike Lee, il reverendo Jessie Jackson. I due simboli della lotta contro il pregiudizio razziale non sono voluti mancare nel giorno dell’addio al ragazzo, divento ormai simbolo del disagio della comunità afroamericana in Missouri, e nel resto degli USA.