POVERTÀ MISTA AD IRONIA NEL RICORDO DI CHARLIE CHAPLIN
“Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all’odio e al terrore” C.Chaplin
Alla fine la vita sembra sempre una grossa recita e la vera fregatura è che alle volte il proprio ruolo non lo si sceglie, ci viene imposto da qualcuno, magari dal destino oppure dalla vita stessa. La Rançon de la Gloire è un dramma quotidiano e una beffa ironica su quello che accade e si vive tutti i giorni, sugli incontri, i lavori, le scelte sbagliate, il momento giusto, la mancanza di mezzi ma mai di speranza, la ricerca della felicità. La storia, ambientata nel 1977 anno della morte di Charlie Chaplin, racconta di due amici che vivono in Svizzera, uno belga e l’altro algerino. Legati da un vecchio legame e da una precaria situazione economica i due si ritroveranno a cercare un modo per fregare la fortuna. L’idea, messa poi in atto, è quella di rubare il cadavere di Charlie Chaplin per poi chiedere un cospicuo riscatto alla famiglia.
Dopo tante peripezie, squilibri ed errori i due amici, tanto diversi eppure così simili, finiranno per tirarsi fuori dai guai. Un film questo di Xavier Beavais che scorre leggero e piacevole senza troppe pretese. Ironico e divertente tocca con disinvoltura il ricordo di un’icona del cinema, una di quelle che con un sorriso misto alle lacrime ha lasciato un graffio nella società, facendone il suo personale palcoscenico. Peccato che tutto resti fermo a questa dimensione rosea e innocente senza dissapore alcuno, fino a risultare piatta e priva di stimoli. I sorrisi ci sono ma mai così amari come ci saremmo aspettati. Resta il piacere del ricordo che di certo i cinefili apprezzeranno, ma poi manca quel movimento e quel piglio che avrebbe inzuccherato la pellicola. Tutto bene quel che finisce bene questa la banale morale che potrebbe essere bollata per La Rançon de la Gloire.