PEREZ. LA PARAGENESI DI UN UOMO OBBLIGATO A USCIRE DAL GIRONE DEGLI IGNAVI
DATA DI USCITA: 2 ottobre
DURATA: 94’
VOTO: 3 su 5
Il tempismo è la qualità di chi agisce al momento opportuno, il tempismo è la qualità che manca a Demetrio Perez (Luca Zingaretti), avvocato d’ufficio, ignavo, sciagurato che mai non fu vivo che si commuove solo e unicamente davanti all’onestà. È il lui il protagonista di Perez., il nuovo lungometraggio del napoletano Edoardo De Angelis, il racconto di un uomo che si è lasciato alla deriva e della sua paragenesi.
Napoli, centro direzionale: non è casuale l’ambientazione scelta da De Angelis per raccontare le vicende del suo protagonista. Non è casuale che il cineasta abbia deciso che le azioni di Perez. si svolgano in quella parte del capoluogo campano che rappresenta per la città una promessa mancata, il punto di partenza di un sogno economico che non è mai stato realizzato, una sorta di dantesco girone dell’inferno fatto di ferro e vetro dove il peccato da scontare è quello dell’ignavia.
La vita di Demetrio Perez è sempre uguale e si sfinisce ogni giorno nella stanca difesa di balordi fino a che un esponente della camorra, suo cliente, non lo ricatta perché recuperi dei diamanti il prezzo da pagare, altrimenti, sarebbe l’infelicità della figlia del protagonista, Thea, legata sentimentalmente a Francesco (Marco D’Amore) un ragazzo che ha come unica colpa quella di avere un padre malavitoso rinchiuso in un carcere di massima sicurezza.
In una Napoli inedita, fredda e cupa Perez è così costretto, per la prima volta nella vita, a prendere in mano le redini della sua esistenza, a lottare, senza avere la possibilità di crogiolarsi nel silenzio che spesso lo ha portato a rimanere solo, a sentirsi un perdente.
Il bravissimo Zingaretti gestisce con carisma a un personaggio che De Angelis immortala nel bel mezzo di una forzata metamorfosi. Il centro del racconto, come il titolo che comprende il cognome del protagonista seguito da un punto sottolinea, è il cambiamento dell’avvocato e i suoi sentimenti narrati in prima persona dalla sua voce fuori campo.
Perché una storia, che sia cinematografica o meno, sia coerente c’è una regola fondamentale da rispettare: la trama deve seguire il personaggio, e in Perez. questo avviene con la maestria di una regia che non isola mai il protagonista ma che spiega con rigore ogni sua scelta.
Perez. è una sorta di racconto di formazione che ha come soggetto un adulto che in realtà non ha mai veramente vissuto. Perez. è il percorso doloroso di un uomo che è obbligato a crescere e che sceglie di uscire, per amore, dal girone degli ignavi.