LA CONFERENZA STAMPA DEL FILM POSH CON SAM CLAFLIN, DOUGLAS BOOTH E MAX IRONS E TANTE, TANTISSIME TEENAGER IN VISIBILIO. ECCO COSA CI HANNO RACCONTATO I ”NUOVI BELLI” DI HOLLYWOOD
C’erano tante, tantissime, innumerevoli teenager presenti durante l’intero corso della giornata dedicata al film Posh, ragazzine pronte a dare la vita, e non è un eufenismo, pur di raggiungere una goccia di sudore del loro beniamino. Va riconosciuto però che è grazie a loro che il cast ha avuto modo di giungere a Roma facendo la felicità di molti e, questo va detto, non solo under 18. È bastato un hashtag su twitter #PoshCastInItaly a mandare in visibilio migliaia di fan e a far decidere la Notorious di mettere su un aereo diretto Roma i tre protagonisti di questa pellicola British & Chic.
Di seguito quello che avevano da dire durante la conferenza stampa tenutasi lunedì mattina a Palazzo Montemartini.
Invidiereste mai qualcosa del Riot Club? Ne vorreste far parte?
Douglas Booth: Onestamente sono rimasto sconvolto dallo scoprire che questo genere di persone esiste sul serio. Quando mi sono trovato a studiare il personaggio, sono rimasto scioccato, mi sono confrontato con ciò credevo fosse solo una scelta di copione non la vita vera.
Max Irons: C’è ben poco da invidiare al Riot Club e ai suoi membri, mi pare che durante il film si veda che non fanno una fine meritevole. In ogni caso sono convinto che il pubblico capirà, nonostante venga attratto in sala dagli aspetti trasgressivi, che sono quelli che poi causano la caduta nel corso del film.
Sam Claflin: Non ne vorrei fare parte. Questo è sicuro. Per quanto riguarda il resto concordo con Max e Douglas, non mi sembrano dei tipi così cool, solo delle persone convinte di poter ottenere ciò che vogliono a prescindere dalle conseguenze.
Quale aspetto dei vostri personaggi vi ha catturato? Avete visto lo spettacolo teatrale?
DB: Si ho visto lo spettacolo teatrale, ma ho preferito distaccarmene, anche perché ero seduto in ultima fila e del mio personaggio ho carpito ben poco! Di sicuro posso dire che il ruolo di Harry è quello meno combattuto. Ha sempre avuto una vita agiata mai fatto rinunce e soddisfazione nello sport e con le donne. In un certo senso nell’assurdo proposto dal film è il più equilibrato di tutti.
MI: No non ho visto lo spettacolo teatrale, anche perché so che si apre direttamente sulla scena della cena. Il film va oltre. Analizza i personaggi partendo dalle loro vite, tutto questo da anche una sorta di filo conduttore a ciò che poi succede durante la cena, spiega un po’ di cose che rimarrebbero inespresse altrimenti. Sicuramente attraversare quegli aspetti oscuri dell’animo umano si è rivelato estremamente interessante e stimolante.
SC: La cosa che mi è piaciuta di Allistair è che si scopre lentamente. La sua crudeltà non si evince da subito, il personaggio si apre man mano che gli avvenimenti prendono parte nella pellicola. È stato molto interessante interpretarlo ma di sicuro è l’ultima persona che vorrei essere nella mia vita, è spaventoso.
Cosa avete pensato appena avete letto il copione?
MI: Inizialmente non volevo accettare, mi sembrava troppo forte e non ho apprezzato particolarmente determinate tematiche. Poi però ho cambiato idea, amato lo script ed il mio personaggio. Il ruolo di Miles è quello più dettagliato, si trasforma negli occhi e nelle orecchie dello spettatore, il pubblico vede il Riot club attraverso il punto di vista di Miles. Prima ne è affascinato poi spaventato per poi allontanarsene definitivamente. Questo rapporto con il pubblico, seppur indiretto, è stato assolutamente stimolante.
SC: Ne ero entusiasta, e spero emerga dal film. Ho avuto diversi confronti con Lone (la regista del film ndr) per poter caratterizzare il mio personaggio. Non volevo fosse solo il cattivo, quello crudelo a prescindere da ciò che succede. Abbiamo deciso di dargli più sfaccettature, analizzando un bisogno d’amore mancato da parte della famiglia, che si riversa in ricerca dell’accettazione da parte del Riot Club.
Come avete fatto a formare un gruppo così unito?
DB: Si è rivelato un compito abbastanza facile soprattutto grazie a Lone che è una regista fantastica. Lei ha saputo coordinare e domare gli animi di dieci ragazzi diversi, cosa assolutamente non facile e ci ha fatto fare squadra lavorando insieme non solo sul set, ma anche facendoci giocare di squadra fuori, non so a polo o paintball. È stato divertente.
Una cosa va detta, questi ragazzi rendono tutto più facile. La loro affabilità è stata sorprendente, disponibilità verso i fan encomiabile, dettata anche da un’età giovane ma consapevole. Con i migliori auguri verso quello che si presenta come un anti blockbuster fatto da star che in realtà ne hanno fatti parecchi, Posh ed il suo cast si rivelano interessanti, con un seguito indomabile, ma di sicuro con un futuro piuttosto roseo davanti.