BENICIO DEL TORO PARLA DEL SUO RUOLO IN ESCOBAR DI ANDREA DI STEFANO
“Da teenager non avrei mai pensato di ricevere un premio come questo, sognavo si, ma sognare è essenziale per essere un attore”, commenta così un rilassato e dimagrito Benicio Del Toro alla 62esima edizione del San Sebastian Film Festival, al ricevimento del Premio Donostia alla carriera. Per la prima volta investito di un tale riconoscimento, del Toro ha espresso tutto la sua gratitudine per un premio che arriva da uno dei Festival Internazionali di cinema da lui più apprezzati. Il premio Oscar portoricano si trova al Festival spagnolo per ricevere un riconoscimento al suo passato e per presentare un progetto del suo futuro più prossimo, l’opera prima dell’italianissimo Andrea Di Stefano, Escobar: Paradise Lost, nel quale interpreta la controversa figura di uno dei più importanti criminali del secolo scorso: Pablo Escobar.
Presentata al San Sebastian per la prima volta in Europa, la pellicola è un connubio di storia d’amore e thriller, un susseguirsi di eventi sullo sfondo della vita vera del narcotrafficante colombiano Escobar. Del Toro si trova ad impersonare un ruolo marginale, di sostegno alla storia, che comunque non perde d’imponenza, venendo paragonato dalla critica americana al personaggio di Vito Corleone nel Padrino. Protagonisti del film saranno invece la conclamata star di Hunger Games, Josh Hutcherson e l’attrice spagnola Claudia Traisac, rispettivamente nei panni di un giovane surfista irlandese e della ragazza di cui è innamorato.
Del Toro, parlando della controversa figura del “signore della droga”, spiega quanto sia ancora un personaggio della nostra storia difficile da capire, con lati positivi e negativi, e di come fosse considerato un Robin Hood nel suo paese e un mostro nel resto del mondo. Un uomo che ha creato sofferenza quanto sollievo alla sua gente. L’attore diventato celebre grazie ai ‘Soliti Sospetti’, parla di un approccio quasi chirurgico nei confronti del personaggio, un approccio teso ad analizzarlo nei suoi minimi particolari per poterlo conoscere ed interpretare nella maniera più vera. Non vi sono grandi differenze di difficoltà tra recitare personaggi della vita reale o personaggi di finzione secondo Del Toro: “sostanzialmente fai ricerche e studi quel personaggio, quasi come un giornalista, poi suona una campanella e tu cominci il film. Questo è quando tutto comincia, quando si girano le scene ”.
Del Toro non è nuovo alla trasposizione cinematografica di personaggi realmente esistiti, ha difatti vinto il premio come miglior attore alla 61esima edizione del Festival di Cannes per l’interpretazione di Ernesto “Che” Guevara nei due film della saga di Steven Soderbergh, Che- L’argentino e Che-Guerrilla. Una garanzia in più da non sottovalutare. L’interesse dell’attore per la pellicola è nato grazie alla sensibilità che il neo-regista nostrano ha saputo trasmettere alla sceneggiatura, un’ opera cinematografica che sicuramente stimola la curiosità per il lavoro di un artista italiano all’estero e alimenta le aspettative per il ritorno alla interpretazione di una figura della vita reale da parte di un formidabile attore.