Senza nessuna pietà: recensione film

MICHELE ALHAIQUE ESORDISCE SUL GRANDE SCHERMO CON IL PRETENZIOSO NOIR SENZA NESSUNA PIETÀ

senza-nessuna-pieta-la-locandinaGENERE: drammatico

DATA DI USCITA: 11 settembre

DURATA: 95’

VOTO: 2,5 su 5

Di storie d’amore o d’affetto che vedono come protagonisti un balordo qualunque e una giovane ragazza ne è piena la cinematografia, dove Leòn di Luc Besson è l’esempio più alto che viene in mente, e la letteratura. Anche Nic Pizzolatto, geniale autore dell’amatissima serie televisiva True Detective, nel suo romanzo Galvestone ha usato tale plot per dipingere le due anime disperate protagoniste del suo primo poliziesco.

Nonostante la tematica non sia nuova, l’esordiente regista Michele Alhaique, già vincitore nel 2008 di un Nastro D’Argento per il cortometraggio Il Torneo, decide di debuttare sul grande schermo con Senza Nessuna Pietà, un noir ambientato in una Roma che rievoca la pasoliniana realtà e i pasoliniani luoghi della capitale che vede come protagonisti Mimmo (Pierfrancesco Favino) il nipote di un palazzinaro legato alla criminalità che per la famiglia fa si sporca spesso le mani anche se preferirebbe incentrare la sua vita sul suo lavoro di capo mastro e distaccarsi dai loschi affari che gli vengono affidati. Un giorno il taciturno uomo è costretto ad andare a prendere un’escort per suo cugino Manuel (Adriano Giannini) ma un disguido allunga i tempi e unisce Mimmo alla giovane ninfa di periferia.

Alhaique esordisce con un lungometraggio di genere prodotto dallo stesso Favino e che, dal punto di vista registico e della fotografia, cerca con troppa foga una tensione emotiva che a lungo andare infastidisce lo spettatore tanto da allontanarlo dai personaggi che risultano eccessivamente caricati negli stereotipi che rappresentano.

Senza Nessuna Pietà è un’opera che si avvale di un ottimo cast nel quale spiccano, oltre ai su citati interpreti, anche un Ninetto D’Avoli in ottima forma e un sempre eccelso Claudio Gioè, ma che ha la presunzione di volersi inculcare in un’autorialità di genere per la quale Alhaique non è palesemente ancora pronto.

Senza Nessuna Pietà è un film che cita i grandi e pretende di essere alla loro altezza ma che comunque risulta forte di una colonna sonora estremamente funzionale, tra le armonie di Novelli e le elettroniche note di i Pierre-Alexandre “Yuksek” Busson, e di un Favino che attraverso un cambiamento fisico notevole riesce a esprimere attraverso la fatica del suo corpo appesantito la stanca esistenza del suo personaggio.

 

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