Venezia 71 – Le Dernier Coup de Marteau: recensione film (in Concorso)

LA MUSICA DI GUSTAV MELHER ARRIVA AL LIDO CON IL DRAMMA DOLCE E PROFONDO DI ALIX DELAPORTE

11624-Le_dernier_coup_de_marteau_2-__JC_LotherVOTO: 3 su 5

Dopo il successo di quattro anni fa di Angèle et Tony, la regista francese Alix Delaporte torna al Lido con Le Dernier Coup de Marteau, un melo raffinato e profondo come la musica classica. Il titolo deriva proprio dalla musica, si riferisce infatti alla sesta sinfonia di Gustav Melher, nome più e più volte ripetuto nella pellicola e centrale nello svolgimento della storia. Il film, completamente raccontato dagli sguardi di un quasi quattordicenne, in modo silenzioso e con gesti nervosi riporta sullo schermo un melo che si muove sulle mezze punte senza mai perdere l’equilibrio.

Le Dernier Coup de Marteau è la storia di Victor, un giovane ragazzino amante del calcio, e di sua madre malata di cancro. I due vivono in una condizione poco consona a quello che si chiama casa, la loro abitazione è una roulotte e i soldi per tirare avanti non sono molti. Il giovane, che è una promessa del calcio, si ritrova a dover instaurare un rapporto con un padre che non ha mai conosciuto. Viene informato dalla madre infatti che il padre, celebre direttore d’orchestra, è tornato in città. Dopo molti silenzi, e una pacata e a volte nervosa musica di sottofondo, i due impareranno a conoscersi creando un forte e profondo rapporto. Con una sensibilità estrema la regista riesce a far trasparire dai silenzi del giovane interprete una carica emotiva che fa stringere il cuore, le immagini sono nitide e cariche di quel trasporto che all’interno della pellicola non si perde mai. Persino lo stile, a volte nervoso e appassionato, dona quel tocco di realismo che non va mai ad intaccare l’atmosfera creata.

Per quanto la storia sia carica di pressione non vi è alcun elemento che stoni con l’intera sinfonia suonata dalla regista con minuziosa armonia. Si arriva alla fine con il cuore gonfio e la voglia di ascoltare ancora quella musica che viene trasformata in immagini. Quando la musica finisce si torna a toccare il basso, scendendo da quell’aura soffice e delicata in cui si era stati trasportati. Un film che funziona in tutto, non brilla per coraggio, ma di certo stupisce per la grazia.

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