IO STO CON LA SPOSA, UN’ESPERIENZA, OLTRE CHE UN DOCUFILM, DRAMMATICAMENTE EMOZIONANTE
DURATA: 89′
USCITA IN SALA: 9
VOTO: 4,5 su 5
C’è un tempo in cui la guerra si fa padrona dei destini di intere popolazioni. A quel tempo, in un luogo, poche persone si prendono la briga di decidere delle vite degli abitanti del posto, senza pensare alle conseguenze di qualunque tipo che ne potrebbero derivare. La verità è che la storia non ha mai insegnato niente all’uomo. Possiamo far finta di credere che sia così, possiamo convincerci del fatto che noi ormai nel 2014 abbiamo la conoscenza tale da non far riaccadere situazioni di belligeranza che ancora portiamo tristemente sulle spalle. Eppure rimaniamo continuamente – per forza di cose? – increduli di fronte alle notizie di guerre civili, bombardamenti chimici, sterminio di persone in base al credo o alla ‘razza’.
Guerre come quelle del passato ne esistono ancora, ma ci siamo talmente imborghesiti e siamo fedeli al pensiero che l’essere umano non possa più raggiungere certi livelli di violenza, che quando sentiamo le notizie provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente non riusciamo a comprendere la gravità degli accadimenti e li percepiamo lontani da ogni esistenza solo perchè non trattano del suolo europeo. Questa bugia del mondo pacifico e maturo che raccontiamo a noi stessi è la causa dell’odio e dell’insofferenza che proviamo quando sentiamo l’ennesima breaking news dell’ennesima carcassa sbarcata a Lampedusa. Ma vi siete mai fermati a pensare a chi possano essere quelle persone che genericamente e omologamente siamo così bravi a chiamare ‘immigrati’? E se un giorno dovesse capitarci un destino simile, sarebbe tanto strano provare a sognare un futuro migliore in un posto migliore?
Io sto con la sposa è il docufilm che vuole raccontare cosa succede dopo l’arrivo degli esuli in Italia. Perchè quel che molti non sanno è che quando approdano sulle nostre coste la maggior parte delle volte non vorrebbero neanche restare qui. Il Bel Paese è il trampolino di lancio verso altre destinazioni europee dove si vanno a ricongiungere con parenti, amici o conoscenti. Quello diretto da Antonio Augugliaro, Gabriele del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry è la storia di cinque profughi siriani e palestinesi che, inscenando un matrimonio con l’aiuto di altre persone, tentano di attraversare il confine di vari paesi per giungere come ultima meta in Svezia. Una strana combriccola di individui si ritrova così coinvolta in un inganno a fin di bene, in un viaggio che la macchina da presa dei registi filma interamente, immortalando sguardi di paura, confessioni difficili, momenti di allegria, ma anche la trepidante ansia dovuta alla clandestinità.
I racconti di queste persone in fuga dalla guerra fanno raggiungere momenti di intensa drammaticità al documentario, specialmente nel modo in cui confessano cosa vuol dire vivere in Siria e in Palestina, cosa vuol dire attraversare il Mediterraneo distesi sotto una coperta di cadaveri che non ti permette di respirare. L’avventura di Io sto con la sposa è un’esperienza viscerale unica a 360 gradi che vuole stimolare l’umanità delle persone, per far capire che quelli che ai nostri occhi sembrano criminali, non sono altro che persone che a volte hanno solo bisogno di un abbraccio e di parole di sicurezza dalle quali ripartire. C’era un tempo in cui l’essere umano era solidale e tollerante: guardando dentro la nostra coscienza, possiamo dire lo stesso di ora, di noi?