RAMBO: UOMO CONTRO UOMO, CHI VERSA IL PRIMO SANGUE?
“Ma chi sei Rambo?!”. Durante l’adolescenza spesso questa frase veniva utilizzata per definire quelle persone che, nonostante la sorte contraria, riuscivano a dimostrare il proprio valore e coraggio commettendo atti irresponsabili.
Un nome in grado di entrare nel vocabolario di chiunque grazie ad una storia ricca d’azione portata sul grande schermo dal regista Ted Kotcheff nel 1982. La pellicola trae ispirazione dall’omonimo romanzo First Blood, anche se in Italia arrivò nei cinema con il titolo Rambo. Interprete e protagonista di questa storia è stato Sylvester Stallone che, insieme a Michael Kozoll e William Sackheim, si è occupato della sceneggiatura.
Hope, stato di Washington, Stati Uniti d’America. L’ex berretto verde John James Rambo (Sylvester Stallone) reduce dalla guerra del Vietnam, dopo aver vagato in lungo e in largo senza un lavoro, si trova in questa cittadina per far visita al suo vecchio amico purtroppo deceduto. Dopo la scoperta della morte di quest’ultimo a causa di un cancro dovuto all’esposizione all’agente arancio, Rambo dovrà fare i conti con lo Sceriffo Will Teasle (Brian Dennerhy), che vedendolo come una minaccia per l’intera comunità decide di accompagnarlo al confine senza una motivazione logica. Il veterano però, in modo tenace, decide di far valere i propri diritti dirigendosi nuovamente in città. La sua giustificata insubordinazione riesce a scatenare l’ira dello Sceriffo che compiendo un vero e proprio abuso di potere arresta il ragazzo, lasciandolo nelle mani sadiche dei suoi uomini. Questa incomprensibile violenza porterà ad un meccanismo di difesa da parte del soldato in congedo, che farà di tutto pur di essere lasciato in pace, scatenando una vera e propria guerra urbana nei confronti della polizia locale.
Un film privo di virtuosismi tecnici dal punto di vista estetico, che però riesce a tenere alta l’attenzione grazie ad una serie di massicce sequenze d’azione rese dinamiche dal particolare atletismo psicotico di Stallone. L’attore impersona ottimamente la follia e la solitudine di un uomo che ha dato tutto per il proprio paese, ma che viene abbandonato da quest’ultimo alla mercè di una popolazione bigotta ed ignorante.
Ed è proprio il livello sociologico estremamente calcato nella pellicola che ha portato questo film ad avere un enorme riscontro positivo al botteghino e delle ottime recensioni da parte della critica di quel periodo. Non è un segreto che per molti il film di Rambo è stato considerato come una delle migliori uscite cinematografiche del 1982 e come una delle migliori interpretazioni drammatiche di Stallone.
Sicuramente il suo successo è dovuto anche alla furbizia da parte degli sceneggiatori, capaci di creare un prodotto per tutti. Politicamente corretto e in grado di soddisfare le richieste di destra e sinistra il film ci mostra da un lato la storia un ex eroe di guerra in divisa, dall’altro un emarginato che va contro l’istituzione pubblica. A questa equilibrata scelta si unisce una velata denuncia verso lo Stato Maggiore dell’esercito americano per l’utilizzo delle armi chimiche in Vietnam e all’opinione pubblica statunitense, rea di non aver accolto con il giusto calore i reduci sconfitti.
Questi ingredienti hanno portato di diritto tale Opera nel Pantheon dei Cult, fra le pellicole che non verranno mai dimenticate. Perché ci si accorge che un film è leggenda quando diventa un luogo comune, quando chiunque può pronunciare il suo titolo, anche senza mai aver visto il film.