Roma Film Fest 2014 – Eden: recensione film (Gala)

EDEN, UNA GENERAZIONE CHE SOGNA A SUON DI MUSICA

eden filmVOTO: 3,5 su 5

Dagli anni 90′ fino ai giorni nostri. Quante cose sono cambiate. Le generazioni che si sono succedute sono lo specchio dei tempi che furono e sono, anime intrepide che non smettono mai di cercare il loro posto nel mondo. Gli anni 90′ sono ricordati come gli ultimi tempi dello spirito libero degli uomini, quando ormai si aveva una conoscenza tale del mondo che però andava ancora sperimentata. Dal 2000 invece l’atmosfera è cambiata, le idee ce le siamo schiarite e siamo anzi alla ricerca del nuovo perchè quel che abbiamo ci sembra già scontato. Eden, film francese di Mia Hansen-Love, ripercorre questo  critico arco di tempo a suon di musica, facendo girare la storia attorno alla vita del giovane Paul con il sogno nel cassetto di diventare un Dj di musica elettronica.

A quel tempo infatti il clima underground parigino andava a ritmo techno, garage e elettronica. Sono gli anni di debutto dei Daft Punk e Paul (Felix De Givry) tenta di mettere su un etichetta con il gruppo di amici di sempre. Le cose inizialmente vanno bene, i Cheers – questo il nome scelto dal duo – vengono addirittura chiamati a suonare in suolo americano. Tra serate fatte di musica, coca e sesso, Paul passa da una ragazza all’altra, allontanando anche quelle che crede di amare. Solo quando il corpo e la mente si ribelleranno al suo essere, quello che ormai è diventato un uomo comincia a capire che deve dare una svolta alla sua vita anche se abbandonare un sogno non è mai troppo semplice.

La regista ci immerge fin da subito nell’universo colorato e elettronico di Paul, fornendo uno spaccato della generazione che a cavallo del nuovo millennio si sente nel fervore del cambiamento e non riesce invece a vedere come il cambiamento sia già avvenuto lasciando proprio loro indietro. I sogni di una vita, quello stesso coltivato e nel quale non solo hai investito energia ma anche soldi, viene pian piano demolito dalla realtà del conto in rosso e le serate organizzate alle quali non viene più nessuno. Il confronto non avviene solo nella mente del protagonista che mette in discussione quel presente che con minuziosità si è costruito, ma anche attraverso le persone che hanno fatto parte della sua vita e che incontra dopo anni. Chi si è sposato, chi ha avuto dei bambini, chi ha accettato lavori che non sono simili all’obiettivo di partenza.

Eden è, in sostanza, un film che riempie con luci psichedeliche e colori accesi il bianco e nero trasmesso dall’amarezza del tempo che passa e la consapevolezza del non aver capito ancora chi si è scelto di essere.

 

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