Roma Film Fest 2014 – Meno male è lunedì: recensione film (Prospettive Italia)

MENO MALE E’ LUNEDÌ: 14 MANI CHE LAVORANO INSIEME PER LA LIBERTÀ DI DOMANI

VOTO: 3/5

<<Frase atipica, frase che non sentiamo pronunciare mai>>. Siamo quelli che il lunedì lo odiano, il giorno da cancellare dal calendario, quello in cui si rinizia a lavorare più stanchi e assonnati di quando abbiamo smesso. Ma il lunedì arriva puntuale come le bollette a fine a mese, arriva ogni settimana perfetto e in orario. Arriva anche per loro il lunedì, con quell’odore di libertà che sta al di là delle sbarre, quella frenesia che sa tanto di realtà, in una realtà che ha perso i denti per mangiare e gli occhi per guardare il mondo esterno.

Il documentario di Filippo Vendemmiati, giornalista Rai alla sua sesta regia, porta lo spettatore nel carcere di Dozza a Bologna. Proprio in prigione nasce un’azienda dove viene insegnato ai detenuti il mestiere di metalmeccanico. Un gruppo di operai in pensione insegna a quattordici detenuti l’importanza e il valore del lavoro, un lavoro che riesce a far evadere da settimane sempre uguali. Meno male è lunedì in modo semplice e genuino racconta la libertà di anni chiusi tra quattro mura. Gli attori principali sono quelli che hanno sbagliato e pagano una pena, una pena spesso lunga, che taglia i ponti con il passato e scollega completamente dalla realtà che tutti conosciamo e diamo per scontata.

Una boccata d’aria fresca che rintroduce questi detenuti in una società che chiude le porte agli errori. Non basta essere pentiti, non basta aver pagato, il vero inferno sta là fuori, arriva quando ci si ritrova ai margini di un mondo che non si conosce più, arriva quando si è incapaci di essere un soggetto diverso, arriva quando non si ha la possibilità e i mezzi per rimediare. Allontanati, non idonei e considerati incapaci e pericolosi si lascia che questi individui sbaglino ancora non avendo avuto la possibilità di essere reintegrati tornando a sentirsi utili, capaci e parte integrante.

Il lavoro è per questi detenuti l’ora d’aria, l’albero fuori alla finestra da poter toccare, la speranza di essere migliori e sentirsi forse, per la prima volta, impegnati e capaci. Il documentario riporta sullo schermo storie taciute che finiscono rinchiuse nello sgabuzzino dell’indifferenza.

Gli errori si pagano ma il valore di uomo si riconquista con l’impegno e la voglia. Lunedì, il primo giorno della settimana, il primo giorno di libertà.

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