ROMA TERMINI, L’UMANITÀ DEGLI ULTIMI
VOTO: 2,5 su 5
Sono tante le persone, tra turisti, pendolari viaggiatori per obbligo o per passione, che attraversano Roma Termini. Un’umanità varia di gente che può avere sugli occhi il peso della stanchezza di una giornata che appare senza fine o che si è faticosamente appena conclusa. Sguardi ricolmi della speranza di venire a patti con la città eterna o della meraviglia che si prova quando s’incontra la sua bellezza.
La stazione di Roma può essere punto di arrivo per chi resta o di passaggio per chi deve andare altrove ma per alcuni, come i senza tetto ora hanno un volto grazie al cineasta Bartolomeo Pampaloni e il suo documentario Roma Termini.
Con un montaggio dinamico il cineasta toscano unisce le giornate e le storie di alcuni di quegli uomini ai margini che vivono in case fatte di cartone e solitudine. Realtà simili eppure diverse come diversi sono gli occhi sottolineati dai numerosi primi piani di Pampaloni di chi, per scelta o per crudele destino, è ombra tra le ombre di una grande, frettolosa metropoli.
Per una manciata di attimi i clochard messi all’angolo dalla vita e dalle persone che gli passano accanto si mettono al centro della scena e raccontano la loro giornata e quel passato che nei suoi vicoli nasconde le motivazioni del presente che vivono. C’è chi va avanti grazie al metadone, chi ha perso la fiducia della sua famiglia e ha come unica compagnia il senso di colpa. Chi non vede i cari da anni e chi invece ha trovato nella strada la libertà dopo essere stato nella legione straniera a combattere.
Roma Termini è un documentario interessante e ben gestito ma che tende a strumentalizzare ciò che racconta attraverso una fotografia sfocata che mira a sottolineare una drammaticità già abbastanza palese nelle parole e nella quotidianità dei personaggi che segue. La buona prova documentaristica del regista toscano si perde in un’eccessiva enfasi malinconica e in conclusioni che sembrano poco naturali, quasi imboccate nelle parole e nella retorica in un finale che ammicca, in modo poco credibile, alla speranza.
Nonostante il poco credibile messaggio finale, Roma Termini resta comunque un interessante lavoro che ha quantomeno il merito sociale di raccontare un tipo di diversità che raramente ha avuto e avrà ancora voce.