THE JUDGE, IL CAST A ROMA PER PRESENTARE IL FILM
E’ arrivato in Italia per presentare il nuovo film del commediografo americano David Dobkin, che per l’occasione cambia genere e si sposta sul drammatico con The Judge, l’omonimo duo hollywoodiano che per la prima ha lavorato insieme: Robert Downey Jr e Robert Duvall. Con ironia e intelligenza hanno intrattenuto la stampa italiana e internazionale approdata a Roma per l’anteprima europea del film, che ha riscosso un successo unanime insieme a qualche lacrima dei più sentimentali.
The Judge, che arriverà nelle sale italiane dal 23 Ottobre 2014, è la storia di uno spregiudicato avvocato di Chicago costretto a tornare nella sperduta città di nascita nell’Indiana per il funerale della madre. Convinto di rimanere pochi giorni, Hank (Robert Downey Jr) si ritroverà faccia a faccia con un passato dal quale non solo era scappato ma che neanche voleva più affrontare. Un padre (Robert Duvall) dal quale non ha mai ricevuto alcun tipo di calore umano, un fratello al quale ha distrutto la carriera e l’altro con un handicap, una ex-fidanzata dalla quale è scappato senza dare una spiegazione. Di motivi per non restare Hank ne ha fin troppi, se non fosse che il padre, giudice del posto, viene accusato di omicidio.
Una cosa che traspare dal film è la grande complicità artistica tra voi due, anche se in The Judge è la prima volta che lavorate insieme. Come vi siete trovati?
Robert Duvall: sicuramente il fatto di esserci conosciuti prima di iniziare a girare ha aiutato per il film. Abbiamo cercato di creare occasioni per stare insieme classiche di una famiglia visto che quello avremmo dovuto interpretare. Inutile dire che ci siamo trovati benissimo.
Robert Downey Jr: aver passato del tempo con Duvall vuol dire aver mangiato con lui. E’ un grande amante del buon cibo, e mi sono trovato molto bene con lui.
David Dobkin: il rappresentare una famiglia in questo film voleva dire fare il film stesso. I rapporti che vengono analizzati sono quelli padre-figlio, e vengono in parte dalla mia esperienza personale, che poi ovviamente si è arricchita di dettagli e di uno script originale. Sono stato fortunato ad aver avuto due grandi professionisti.
Che cosa vi è piaciuto del vostro ruolo?
Duvall: quando scelgo un ruolo mi deve prima di tutto piacere il mio personaggio. Cerco sempre di trovare film con dei protagonisti da interpretare che siano diversi da vesti che ho già indossato in passato. E’ una motivazione il nuovo da affrontare, e grazie al cast del film sono stato orgoglioso della sceneggiatura.
Downey Jr: è stato liberatorio poter interpretare un ruolo che non sia un supereroe o la mia classica maschera da Blockbuster. In questo film potevamo parlare di sentimenti, di rapporti umani, riscoprire il passato e lavorare sulle azioni che ogni individuo compie.
Hollywood accoglie ancora film come questi, che guardano ad uno stile classico?
Dobkin: personalmente adoro questo tipo di film. Di certo non siamo stati troppo al passo con i tempi è vero, ma è stata una scelta intenzionale quella di tornare al classico, quasi fossimo in un’altra epoca. Non so dire se ci sia spazio ad Hollywood per questi film, ma posso dire che comunque bisogna tentare.
Duvall: si può dire che quella che un tempo era chiamata Hollywood ora ha le vesti del cinema indipendente. Non è facile trovare i soldi per questi film, ma in qualche modo questo tipo di cinema vive ancora.
Questo film è il primo prodotto dalla Team Downey, la casa di produzione di Robert e consorte. Che film vorreste produrre in futuro e come è nata questa idea?
Downey Jr: io adoro mia moglie è una persona straordinaria. Lei è una produttrice e ne abbiamo iniziato a parlare insieme, anche per iniziare a produrre noi qualche sceneggiatura. Ci interessano tanti argomenti, come per esempio Pinocchio in Italia, magari tornerò proprio qui a Roma, oppure un Perry Mason.
Duvall ha lavorato anche con Massimo Triosi nel film Hotel Colonial. Vuole darci un ricordo dell’attore scomparso vent’anni fa?
Duvall: certo che ricordo quel periodo. Il film non era un granché ma con il cast mi sono trovato molto bene ed è stato davvero bello conoscere Massimo. Ricordo che insieme parlavamo di calcio – una frase che diceva spesso era “Maradona è meglio di Pelè” ed io rispondevo “non lo so, dovevi vedere Pelè giocare a 16 anni”. Massimo era davvero un ottimo attore, e soprattutto un grande uomo.