UN VIAGGIO GOLIARDICO IN COMPAGNIA DI UN TRIO SUI GENERIS, GUIDATO DALL’ORMAI LANCIATISSIMO PAOLO RUFFINI
REGIA: PAOLO RUFFINI
DATA DI USCITA: 9 OTTOBRE 2014
DURATA: 90’
VOTO: 2,5/5
Il raggiungimento del buon umore all’uscita dalla sala, è uno degli obiettivi principali di tutte le commedie, costando principalmente in uno stato momentaneo di leggerezza che permetta di accantonare i problemi della vita quotidiana per un’oretta o magari qualcosa in più.
Va affermato che di questi tempi non è facile, e il pubblico abituato a sorridere più di pellicole dal sapore americano che delle nostre, è in costante ricerca di una valvola di sfogo italiana più o meno demenziale. Questo è quello che prova a fare Paolo Ruffini da quando ha intrapreso la sua avventura cinematografica un anno fa con Fuga di Cervelli, e che si ripete oggi con Tutto molto bello. Tralasciando dettagli sulla natura delle gag proposte il film racconta la storia di Giuseppe (Paolo Ruffini) uomo piuttosto rigoroso, fastidiosamente puntiglioso, in attesa di diventare padre che in sala d’aspetto fa la conoscenza di Antonio (Frank Matano), ragazzo dotato di una leggerezza fuori dal comune abbinata ad un’allegria che sembra trascinante per tutti tranne che per Giuseppe stesso.
Antonio anch’esso in attesa del lieto evento propone al triste personaggio interpretato da Ruffini di mangiare una pizza insieme, quello sarà il pretesto che darà il via ad una serie di vicende assurde che causeranno l’incontro con un cantante neomelodico che vede il volto di Gianluca Fubelli, ed un pazzo scatenato con i tic e le follie di Angelo Pintus. Questi sono gli ingredienti di Tutto Molto Bello, arricchiti da una forte componente femminile costituita dall’inossidabile, comicamente parlando, Chiara Francini, qui costretta ad interpretare un ruolo meno colorato ma più “di sentimento” e Nina Senicar, bella interprete travestita da Wonder Woman.
Di sicuro va riconosciuto alla pellicola un grande impegno, la ricerca di una trama di fondo ed un finale inaspettato per i toni che tende ad assumere rispetto a quelli iniziali piuttosto fuori dalle righe.Il problema consta forse nel fatto che la battuta viene spesso “chiamata” perdendo di spontaneità anche nella risata. Il momento più coinvolgente è in effetti il finale, sebbene dotato di un contorno piuttosto folkloristico riesce senza dubbio ad emozionare, forse anche di più di tutta la parte “forzatamente” comica, che riesce a strappare un sorriso ma non ha la naturalezza che si evince negli ultimi 20 minuti del film.
L’alchimia tra i protagonisti, sospettabili amici anche fuori dal set, è ciò di cui si fa forte la pellicola, rendendo evidente il divertimento presente durante tutto il percorso delle riprese del film. Una voce nuova quella di Paolo Ruffini, sicuramente ancora acerba, ma quanto meno alla ricerca di qualcosa che prescinda dalla commedia sentimentale o dal semplice cinepanettone.