JURASSIC PARK: I DINOSAURI DOMINATORI RITORNANO ATTRAVERSO LA CINEPRESA DI STEPHEN SPIELBERG
File chilometriche fuori dai cinema, ingressi transennati per far seguire diligentemente il percorso al botteghino. Questa immagine che ho appena descritto rimane indelebile nella mente di tutte quelle persone che hanno avuto la fortuna e il piacere di vedere sul grande schermo Jurassic Park.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo del 1989 di Michael Crichton che nello stesso periodo stava lavorando alla serie di E.R. – Medici in prima linea con l’amico regista Stephen Spielberg. Proprio quest’ultimo si interessò fin dall’inizio al soggetto ritenendolo valido ed originale, così nel 1993 uscì nelle sale Jurassic Park.
Jhon Hammond (Sir Richard Attenborough) è un imprenditore statunitense che ha finanziato e concepito, presso l’Isla Nablar a Nord-Ovest del Costa Rica, un parco dei divertimenti ambizioso e di straordinaria bellezza. Il magnate tramite il ritrovamento di una zanzara risalente al periodo Giurassico e grazie all’aiuto degli scienziati riesce ad estrapolare e ricostruire il DNA di alcune specie di dinosauri. Per superare il controllo qualità e avere il via libera da parte dei propri azionisti, l’anziano sognatore invita per un paio di giorni: l’esperto paleontologo Alan Grant (Sam Neill); la paleobotanica Ellie Sattler (Laura Dern); l’avvocato Donald Gennaro (Martin Ferrero) a rappresentare gli azionisti; il matematico Ian Malcom (Jeff Goldblum) e i suoi due nipotini Lex Murphy (Ariana Richards) e Tim Murphy (Joseph Mazzello). L’istinto primordiale delle creature unito alla brama di potere dell’uomo porterà il nostro gruppo di protagonisti ad affrontare un, non tanto, tranquillo week end di paura.
Jurassic Park potrebbe definirsi come un punto di partenza e d’ispirazione per i film nel suo genere, nonché un’Opera da primato. Il primo grande film dove è stato utilizzato il C.G.I. (Computer – Generated – Imagery) per le creature, che riescono ad interagire naturalmente con l’ambientazione e i personaggi veri. Il primo del periodo ad essere campione d’incassi, guadagnando alla sua prima uscita 920 milioni di dollari in tutto il mondo.
I premi di tutto questo grandissimo lavoro espresso non tardarono ad arrivare, perché oltre al buon accoglimento da parte dei critici, durante la notte degli Oscar del 1994, la pellicola si portò a casa ben tre statuette pesanti, fra le quali: miglior sonoro, miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali. I premi restanti videro comunque uno Spielberg trionfante grazie all’altro suo capolavoro dello stesso anno, Shindler’s List.
In parte questa pellicola può essere definita catastrofica e mostra tutta la bravura e la saggezza del regista nel dare i giusti tempi ad un film di puro intrattenimento. L’apparizione dei dinosauri subisce un’ abile crescita esponenziale, dove prima vengono mostrati i mansueti erbivori e successivamente lo spettatore rimane inchiodato davanti allo schermo con la prima ed emozionante sequenza del minaccioso T-Rex. Spielberg riesce a mostrare le debolezze dell’essere umano, capace di creare e distruggere, essendo irrimediabilmente la causa del proprio male. Questa perdita di controllo, porta i protagonisti a trasmettere una sensazione mai provata dall’uomo moderno: trovarsi letteralmente all’ultimo posto della catena alimentare.
La vera magia di Spielberg sta nel creare un blockbuster degno del suo nome, dove il messaggio da trasmettere è semplice e ben definito e dove, malgrado i veri protagonisti siano le mastodontiche creature, il cast formato da attori di spessore lascia spazio agli effetti speciali divertendosi e divertendo lo spettatore.
Gli anni passano, ma sembra ancora di trovarsi davanti all’interminabile attesa prima di prendere posto a sedere, che successivamente veniva premiata grazie ad una esperienza visiva differente da tutte le altre.
Chiudendo gli occhi sembra di trovarsi lì, nel parco, sotto la titanica ombra di un brachiosaurus intento a mangiare le sue piante preferite. Vivido e sempre moderno, Jurassic Park è sia un Blockbuster che un Cult, capace di emozionare ancora oggi ad ogni visione.