LA LEGGENDA DEL RE PESCATORE: UNA SURREALE STORIA D’AMORE E D’AMICIZIA
Henry Sagan “Parry” (Robin Williams) è un ex insegnante di storia divenuto un senzatetto in preda a visioni deliranti che lo spingono verso la frenetica ricerca del Santo Graal. Questo fragile stato mentale viene causato dallo shock subito per aver assistito inerme all’omicidio della moglie. Il fato farà incrociare la sua misera vita con quella di Jack Lucas (Jeff Bridges), un deejay caduto in rovina che, durante la sua trasmissione radiofonica aveva involontariamente incitato uno psicopatico a compiere una strage. Questi due individui così diversi capiranno che il dolore provato fin ora è legato dallo stesso evento. Jack con l’ aiuto della fidanzata Anne (Mercedes Ruehl), inizierà così a prendersi cura del suo nuovo amico, cercando di aiutarlo a conquistare Lydia (Amanda Plummer), una stravagante ragazza di cui Parry si è innamorato perdutamente.
La leggenda del Re pescatore è un film del 1991 scritto da Richard LaGravenese e diretto da Terry Gilliam. La pellicola vanta il premio Oscar dato a Mercedes Ruehl nella categoria “Miglior attrice non protagonista” anche se, con la straordinaria performance corale eseguita dall’intero cast , rimane la sensazione che un’ Opera di tale peso avrebbe dovuto ottenere un maggiore riconoscimento.
La trama si ispira liberamente al ciclo arturiano traendone spunto in alcuni elementi come ad esempio la ricerca del Santo Graal. A questa splendida scrittura si aggiunge il tocco di Terry Gilliam, capace di trasformare un film in una paradossale avventura surreale nella quale i contrasti fra i luoghi e i protagonisti sono molto accentuati. L’intreccio scenico fa da sfondo ad una trama stratificata in cui la commedia diventa improvvisamente dramma mutante nel melodrammatico. Lungo lo scorrere dei suoi 137 minuti di durata, il regista trasmette la sua energia narrativa parlando al pubblico e mostrando la natura dell’essere umano nel suo modo più estremo e visionario possibile.
La marcia in più viene data dall’ottima interpretazione di Jeff Bridges e, soprattutto, dal passionale lavoro svolto da Robin Williams. L’attore ha il merito di rendere estremamente leggera la figura di un uomo mentalmente spezzato, facendo provare allo spettatore le sue stesse emozioni: amore, rabbia, gioia e dolore.
La leggenda del Re pescatore è come una tela di un quadro da osservare più e più volte per capirne l’essenza, dove i colori della realtà si mescolano placidamente a quelli di una fantasia a tinte allegoriche: dalle torreggianti edificazioni newyorkesi sopra gli squallidi bassifondi della metropoli che si scontrano con castelli e cavalieri medioevali, ai dialoghi serrati dai toni sentimentali e violenti. Questo è un capolavoro in grado di regalare mille sensazioni differenti.