JIM CARREY E JEFF DANIELS NEL SEQUEL COMIC-CULT DEL FILM DEI FRATELLI FARRELLY
DURATA: 110 minuti
USCITA IN SALA: 4 dicembre 2014
VOTO: 2 su 5
Aspen, le meta dei sogni, il Colorado come obiettivo da raggiungere. Era il 1994 e Jim Carrey e Jeff Daniels interpretavano Lloyd Christmas e Harry Dunne, due svitati per la pelle pericolosamente in giro per le strade d’America. Oggi, vent’anni dopo tornano più invecchiati e fuori di testa come non mai li troviamo nel sequel (ri)creato dai fratelli Farrelly, autori del primo indimenticabile trash-comic movie: Scemo e più Scemo 2, epopea irriverente che rese Carrey una star definitiva.
Stavolta direzione El Paso, sempre on the road, sempre per una giusta causa…l’amore, quello paterno stavolta, visto che l’idea della coppia di stolti è quella di rintracciare la figlia di Harry (appena scoperta) da cui farsi ipoteticamente donare un rene necessario, considerato l’albero genealogico di sangue “incline” al trapianto parentale. Naturalmente la sventura è dietro l’angolo e una sequela infinita di incidenti accadranno nel loro percorso genuino e volgare.
Due idioti completi messi insieme per un sequel non all’altezza del primo, doppiato in maniera imbarazzante e proposto come il ritorno sulle scene di due attori, anzi grandi icone americane dall’altissimo potenziale comico, qui evaporato a piccole dosi, laddove si increspa il sorriso, ecco che uno sceneggiatore muore dall’altra parte del mondo. Effetto ali di farfalla per un tempo inglorioso, un passato che torna senza la stessa verve carica e istrionica del primo film.
I fratelli Peter e Bobby Farrelly, autori e registi di questa saga delirante tornano al timone e confezionano un film nostalgico quanto poco riuscito, non tanto per budget a disposizione o attori poco ispirati, quanto per l’inventiva e la cattiveria che non reggono il peso degli anni, con gag al veleno troppo anacronistiche rispetto alla potenza comica dell’episodio precedente. Lloyd e Harry sono due idioti patentati è vero, ma qui sono paradossalmente ancora più infantili che agli inizi, confondendo famiglia, sesso, salute e responsabilità come un gioco totale nell’asilo della vita.
Ci si aspettava molto di più, il potenziale c’era, la voglia di tornare a ridere di pancia anche, quello che è mancato è un certo coraggio nella perfidia dipinta sui volti di quei 50 enni irrefrenabili, due tonti “per davvero” che seppur in un turbine di guai riescono sempre a cavarsela. In fondo, se guardiamo bene, dimenticandoci in fretta di quel mitico 1995, la morale è cambiata. Ora il mondo ha bisogno di altro, ha bisogno di qualcuno differente, un paio di contro eroi buoni e maldestri.
Oddio buoni fino a un certo punto, dannosi anche, scemi sicuramente. Insomma non loro.