TFF32: ’71 di Yann Demange

’71, L’OPERA FIRMATA YANN DEMANGE E’ UN PRODOTTO SENZA ESCLUSIONE DI COLPI: IL WAR MOVIE DAI FORTI CONNOTATI HORROR

'71VOTO: 5 su 5

Montaggio serrato, regia frizzante, trama avvincente, queste sono le caratteristiche che fanno di un film un’opera più che valida e, neanche a dirlo, sono tutte presenti in ’71 di Yann Demange. L’opera risulta infatti incredibile, un film d’azione superbo che unisce il war movie al survival horrror.  Il prodotto che ne esce fuori è riuscito, è una piccola perla da gustare in quel di Torino, nonché una delle migliori opere al TFF32: ambientato a Belfast nel 1971, ’71 ha come protagonista una recluta inglese. Orfana, con un fratello minore sulle spalle (per il pargolo è una figura paterna), la recluta trova nell’Esercito Britannico una seconda casa, diventa la sua famiglia e la divisa è per lui una seconda pelle. Nelle prime immagini lo vediamo eccellere in ogni pratica, dalla boxe alla marcia, è il soldato perfetto.

Di stanza in una caserma periferica, diretto a Berlino, il corso degli eventi e soprattutto in seguito all’acuirsi del conflitto fra cattolici e protestanti nel nord del’Irlanda lo ritroviamo assieme ai suoi commilitoni per le strade di Belfast. L’operazione di ordine pubblico si trasforma però in un vero e proprio rastrellamento; al rastrellamento corrisponde la reazione e ribellione dei cattolici (fra cui vari esponenti dell’IRA) che cacciano a sassate il presidio britannico ma la giovane recluta protagonista resta nei vicoli. Abbandonato accidentalmente dai suoi compagni, lasciato solo nelle vie di Belfast, assiste all’ennesimo scontro fra le due parti e cade vittima di una caccia in cui egli stesso è la preda ambita da più parti. Il soldato si trasforma in un topo in gabbia e siamo solo alla prima parte del film.

L’opera è totale; a Belfast vi è una guerriglia notturna e nelle scene girate al buio l’atmosfera è semplicemente da brivido. ’71 fondamentalmente è un film action che in molti frangenti si trasforma in uno zombie movie, in fondo ci potrebbero essere benissimo i non-morti al posto dei terroristi dell’IRA ed il film, per la sua natura, risulterebbe riuscito comunque. A tratti risulta Romeriana e soprattutto Friedkiniana, basti pensare all’inseguimento a piedi fra uno dei più giovani esponenti dell’Ira ed il soldato che avvincente quasi quanto quello presente ne The French Connection.

Certo, l’inseguimento presente in ’71 è più artigianale, risulta meno professionale di quello realizzato dal sommo Friedkin ma il risultato adrenalinico è lo stesso. Il soldato passa così da predatore a preda, trovando una luce di salvezza in un bambino cresciuto troppo in fretta. ’71 è un film meraviglioso, c’è spazio per tutto, è un’opera che rimanda lo spettatore agli anni d’oro del cinema. E’ un Escape from New York senza Kurt Russell o Lee Van Cleef; l’atmosfera è quella di The Warriors di Walter Hill senza I Guerrieri. La scena finale sembra inoltre fare l’occhiolino ad High Noon di Zinnemann.

Tenete sotto controllo il regista, ne avremo delle belle.

 

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