Cenerentola: recensione film

CENERENTOLA, L’OPERA DI ROSSINI RIVIVE SUL GRANDE SCHERMO CON LA REGIA DI CARLO VERDONE

Cenerentola di Carlo VerdoneGENERE: musicale

USCITA IN SALA: 23 dicembre 2014

DURATA: 120 minuti

VOTO: 3 su 5

Cenerentola: un titolo che non ha certo bisogno di presentazioni, quello di una delle fiabe più famose del mondo. Ne esistono almeno 850 versioni dalla Cina alla Francia, passando per l’Egitto. Tra tutte spicca sicuramente quella firmata Disney. Ma Carlo Verdone (strano ma vero, è sua la regia di quest’opera) si spinge oltre la storia consuetamente conosciuta, e porta sul grande schermo la Cenerentola di Gioachino Rossini di inizio Ottocento, basata sulla variante di Charles Perrault scritta nella seconda metà del Seicento.

Ebbene sì: chi il 23 dicembre deciderà di andare al cinema si troverà ad assistere ad uno spettacolo davvero unico, vale a dire la messinscena cinematografica di un’opera lirica. Unico perché finora non si è mai arrivati a una tale qualità per prodotti di questo genere, e perché difficilmente si tornerà (almeno a breve termine) a ripetere un progetto complesso e di proporzioni faraoniche come questo, che ha impegnato più di 350 persone e coinvolto 35 macchine da presa, 155 microfoni, milioni di euro spesi per non parlare degli anni di lavoro alle spalle di cui sei mesi solo di montaggio. Insomma, è un vero e proprio kolossal.

Per quanto riguarda le linee guida della storia ritroviamo tutti gli ingredienti immancabili della fiaba, come la bella fanciulla vessata dalle sorellastre, la scarpetta, il ballo, il principe, ma anche piccole differenze, come un patrigno al posto della più nota matrigna e un maestro di corte a fare le veci della fata madrina.

Il film è il risultato del rimontaggio di uno spettacolo dal vivo andato in onda in mondovisione nel 2012 e arricchito dalle animazioni di gran qualità di Annalisa Corsi e Maurizio Forestieri, dal sapore onirico, pensate per un pubblico vasto e caratterizzate da una dominante cromatica verde, ispirata dal Parco La Mandria di Torino, città che ha ospitato le riprese nei suoi palazzi più belli (Palazzo reale, Venaria Reale, palazzina di caccia di Stupinigi, Villa dei Laghi).

È strano immaginare Carlo Verdone alle prese con la lirica, eppure questa è la sua seconda regia dopo Il barbiere di Siviglia del 1992. Il suo tocco comico a cui siamo abituati non manca, e si ritrova nelle gag che coinvolgono soprattutto le sorellastre, e la sua stessa presenza in scena all’inizio del film, che strappa una gran risata. Al suo fianco fin dal primo fotogramma Lena Belkina, la sua Cenerentola, strepitosa giovane mezzosoprano ucraina.

Prodotto da Rada Film e distribuito in 200 copie da Microcinema, la proiezione di questa Cenerentola, il 23 dicembre, si preannuncia un vero e proprio evento con lo scopo di offrire agli spettatori cinematografici un’offerta alternativa. Certo è che ai meno abituati potrà sembrare tutto noioso, non solo per la natura insolita del lungometraggio ma ancor più se le scene sono lunghe e con pochi cambi. Indubbiamente però bisogna conferire a questo progetto il merito di voler avvicinare alla bellezza della lirica un pubblico vasto e poco avvezzo, presentandola come qualcosa di conosciuto e più alla portata, ossia un film, affinché nonostante i tagli alla cultura, la chiusura dei teatri e il licenziamento delle orchestre e altri professionisti del settore, quest’arte non scompaia dal panorama italiano.

 

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