ROBERT ALDRICH SCATENA IL TALENTO DI BETTE DAVIS E JOAN CRAWFORD IN UNA SADICA RIVALITÀ TRA SORELLE
La carriera di Robert Aldrich inizia sotto le direttive di registi come Jean Renoir e Charlie Chaplin. All’inizio degli anni Cinquanta dimostra quanto ha imparato passando dietro la macchina da presa: in rapida sequenza dirige Burt Lancaster nei celebri western Vera Cruz (1954) e L’ultimo Apache (1954), per firmare poi classici del genere noir come Un bacio e una pistola (1955) e Il grande coltello (1955). Il suo talento si riconferma nel decennio successivo, costellato da incredibili successi al botteghino e inaugurato nel 1962 dalla sua pellicola più iconica, Che fine ha fatto Baby Jane?
Jane e Blanche Hudson vivono ritirate nella loro vecchia casa, ormai cinquantenni e sole dopo aver passato la loro giovinezza sotto i riflettori: Jane ex-bambina prodigio del vaudeville, la cui carriera si è conclusa con il passaggio al grande schermo, Blanche ex-diva dello star system hollywoodiano che un incidente ha costretto sulla sedia a rotelle. Jane, ossessionata dalla celebrità svanita e annebbiata dall’alcol, sfoga le sue frustrazioni su Blanche, incapace di difendersi. Presto la situazione degenera in una spirale di soprusi e sevizie, mentre Jane sprofonda inesorabilmente nella follia.
Il film, al di là della trama, non può lasciare indifferente lo spettatore grazie a un’inquietantissima fotografia in bianco e nero, esaltata dal sapiente uso delle luci, ma soprattutto delle ombre. Il montaggio costruisce e mantiene viva la tensione con incalzanti e continui passaggi dal volto di una sorella all’altra, da un piano all’altro della vecchia casa, in un crescendo scandito da significativi primi piani. La chiave di volta della pellicola infatti, in grado di rendere indimenticabili le sequenze più grottesche o le torture più umilianti, è l’innegabile talento delle due protagoniste.
Joan Crawford e Bette Davis avevano entrambe accettato un compenso più basso dei loro standard per poter recitare insieme nella pellicola, ma non era un segreto che le due attrici si detestassero senza riserve. Il sentimento tra di loro però servì soltanto a rendere incredibilmente realistiche le loro perfomances e non ostacolò in nessun modo la realizzazione del film, cruciale per le loro carriere. Il grandissimo successo al botteghino accrebbe e riconsolidò la loro fama, rivelandosi una benedizione soprattutto per quella di Joan Crawford, che all’inizio degli anni Sessanta era in rapido declino.
La faida tra le due protagoniste potè trovare libero sfogo una volta finite le riprese: quando Bette Davis venne nominata per il premio Oscar, la Crawford contattò in segreto tutte le altre attrici che competevano nella stessa categoria, offrendosi di ritirare il premio al loro posto nel caso non avessero potuto partecipare alla cerimonia. Quando Anne Bancroft vinse per Anna dei miracoli, fu così Joan Crawford a salire sul palco e a stringere la contesa statuetta. Per gli anni a seguire Bette Davis l’accusò di aver apertamente ostacolato la sua vittoria perchè gelosa della nomina.
Che fine ha fatto Baby Jane? con il passare del tempo ha mantenuto intatta la sua potenza vivida e grottesca, guadagnando lo statuto di cult per gli amanti del genere: ad alimentarne la memoria hanno provveduto innumerevoli rifacimenti, omaggi e citazioni, in onore di una delle aguzzine più spaventose della storia del cinema.