MELBOURNE: LA REDAZIONE SI DIVIDE SUL FILM DI NIMA JAVIDI
Amir (Payman Maadi, il protagonista del film Premio Oscar Una separazione) e Sara (Negar Javaherian) stanno per trasferirsi a Melbourne per continuare i propri studi. Nelle poche ore che li separano dal volo, i due stanno sistemando le ultime cose nel loro appartamento…
COME TROVI IL CINEMA DI JAVIDI?
Alessandra: L’intero universo viene racchiuso dal regista Nima Javidi e l’esperimento funziona in ogni istante, non ci sono tempi morti né tantomeno cade in un vortice noioso che rischiava di avvolgere una narrazione tanto lenta e rotta solo dal suono del campanello e dei telefoni cellulari.
Andrea: Nima Javidi, regista iraniano, mostra una bravura particolarmente spiccata nel saper intrattenere e coinvolgere con un esordio che ha molto da dare al pubblico internazionale. Dopo aver diretto diversi corti e molte pubblicità, esordisce al cinema con un film che sicuramente non passerà inosservato all’occhio attento dello spettatore. La particolarità che più sconvolge e conforta di questo esordio è la sua genuinità, il suo non aver bisogno di sovrastrutture, di manierismi, di un eccessivo utilizzo di attori o capacità tecniche complesse o elaborate.
COSA FUNZIONA O NON FUNZIONA IN MELBOURNE?
Alessandra: La storia non spicca certo per originalità del tema né tantomeno insinua nello spettatore grandi dubbi o questioni esistenziali sulle quali riflettere, si è fermi sul concetto di giusto e sbagliato che alla fine lascia posto sempre agli stessi vecchi quesiti. Quello che piace è il modo in cui l’intera pellicola sia stata bloccata in un ambiente chiuso, quell’ambiente che ci sembra il paese stesso e dal quale sembra difficile scappare.
Andrea: Un film scevro di un ritmo musicale, non necessario ad una storia che ha già nella sua struttura un ritmo naturalmente incalzante. Si conosce, si scopre assieme ai protagonisti cosa li ha portati a tale paralisi, e cosa l’ha scatenata, attraverso un rompicapo che suggerirà e poi smentirà fino alla scoperta dei fatti accaduti. Enorme il dubbio morale che trasuda dalla pellicola, scatenando, prima nei suoi protagonisti e poi nei suoi spettatori, l’ansietà di una scelta divisa tra ciò che è necessario fare per salvare se stessi e ciò che è semplicemente giusto fare.
LO CONSIGLIERESTI?
Alessandra: Ni… Tutto si svolge all’interno di un appartamento, un ambiente famigliare e disteso che mette lo spettatore subito a suo agio. Non è rappresentata la società che ci aspettiamo ma ad essere protagoniste sono le finestre della media borghesia di Teheran, quella borghesia che sembra essere sempre di più vicina all’Occidente e lontana e protetta da quei disagi sociali spesso citati.
Andrea: Certo, specie pensando all’arte di Javidi. L’utilizzo che fa dei suoi protagonisti è semplice quanto essenziale, con attori che sorreggono la quasi totalità del film con una nuda e concreta recitazione ripresa tra quattro mura.
Protagonisti importanti come Payman Maadi, già interprete della pellicola vincitrice del premio Oscar come miglior film straniero “Una separazione”, oggi talento in vertiginosa ascesa e Negar Javaherian giovane attrice di cinema e teatro recentemente nominata all’Asia Pacific Screen Awards per il film Iraniano ’Howze Naghashi’, dal titolo internazionale “The Painting Pool”.
A CURA DI ALESSANDRA BALLA & ANDREA RABBITO